di Monika Prusak foto © Rosellina Garbo
All’insegna dell’eleganza e dello stile inconfondibili è andata in scena al Teatro Massimo di Palermo la Traviata firmata Mario Pontiggia con il soprano spagnolo Ruth Iniesta al debutto nel ruolo di Violetta Valéry. Ha debuttato anche nella Stagione Opere e Balletti il giovane direttore palermitano Alberto Maniaci. Lo spettacolo, armonioso in ogni dettaglio, ha registrato il sold out già alla prima, mantenendo la sala piena per tutte le repliche.
La regìa di Pontiggia del 2017, ripresa da Angelica Dettori, porta lo spettatore nei salotti parigini del primo Novecento pieni di charme e tonalità profonde, per trovarvi una Violetta affascinante e socievole, una donna forte nonostante la malattia evidente sin dalle prime scene. La particolare attenzione al dettaglio si ripercuote in tutte le parti dello spettacolo, dalle scene e costumi di Francesco Zito e Antonella Conte, alle ricercate luci di Bruno Ciulli. Ruth Iniesta concentra la sua interpretazione su quello che Verdi chiamava la “parola scenica”, tanto da far rimanere il pubblico in apnea durante ogni sua apparizione. Dotata di una tecnica vocale eccezionale, Iniesta lavora sulla costruzione del personaggio, rivestendo di eleganza e d tinte calde anche le ineccepibili note acute.
Ad affiancare la protagonista sono Francesco Castoro in Alfredo Germont e Simone Del Savio in Giorgio Germont padre. I due cantanti si completano a vicenda, creando insieme a Violetta un espressivo triangolo amoroso. La voce di Castoro fa di Alfredo un uomo giovane e acerbo, impulsivo e diretto. Il suo amore è lineare e senza veli ed è proprio in questo frangente che il cantante raggiunge la perfezione del personaggio. Persino la sua violenza trabocca di amore, lo vediamo incapace di agire in maniera ragionevole. Viviamo insieme a lui una sempre più forte mortificazione, per l’abbandono da parte di Violetta da una parte e per il disprezzo del padre dall’altra. Giorgio Germont padre recitato da Del Savio è un uomo saggio, convinto della correttezza delle sue azioni. Il cambiamento della posizione nei confronti di Violetta è netto. La voce di Del Savio è possente, ma dolce e versatile nei diversi stati d’animo e in ogni situazione scenica. Tra i personaggi secondari spiccano Annina di Piera Bivona, dalla voce calda e rassicurante che impersona perfettamente una governante docile e fedele, e Flora Bervoix di Carlotta Vichi. Efficace anche il Coro del Teatro Massimo, diretto dal Maestro Ciro Visco, già Maestro del Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
L’interpretazione che propone Alberto Maniaci è elegante e accurata. Il direttore guida l’orchestra, il coro e i solisti in un insieme ben affiatato mostrando una ricerca sonora interessante e inedita per quel che riguarda i contrasti dinamici ed espressivi. La sua è una Traviata fresca e coinvolgente, che ci ricorda come anche in una partitura suonata migliaia di volte e nota al pubblico, ci sia sempre qualcosa da scoprire, da affinare, da migliorare. I tempi sono scorrevoli, ma mai affrettati, e per questo la musica trascina maggiormente lo spettatore dentro l’azione dell’opera. Maniaci, nonostante la giovane età ha al suo attivo numerose esperienze concertistiche e teatrali sia nell’ambito classico sia in quello jazzistico. Fondatore dell’Orchestra Giovanile Mediterranea, nel 2016 è stato allievo di Riccardo Muti alla Riccardo Muti Music Academy.