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Breve intervista • Incontro con il giovane compositore francese, attualmente in residence a Roma
di Giuseppe Pennisi
Laurent Durupt, classe 1978, docente al Conservatorio di Parigi, temporaneamente in Italia come compositore in residente nella romana Villa Medici. La sua scrittura ha una eleganza puntillista con impiego di elettronica ed elettro-acustica. Tra i suoi interessi anche il minimalismo e una figura lontana da scuole precise come Scelsi, a cui lo accomuna anche l’interesse per la musica dello spirito, della trascendenza.
Quali i progetti per l’immediato?
«Mentre continuo, ma moderatamente, l’attività concertistica (è stato protagonista di un piccolo festival nel Juras, “Présence à Frontenay”, nda) – mi sto concentrando sul programma presentato all’Accademia di Francia: tre cori a cappella (il primo verrà eseguito nel Maggio 2014 a Mechelen, in Belgio».
Quali le opportunità per giovani musicisti e compositori in Francia?
«Tanto io quanto mio fratello Remi abbiamo fatto concorsi appena terminati gli studi e siamo ambedue professori di conservatorio, io a Parigi e lui a Rennes. Data la specificità delle materie che insegniamo – pianoforte e percussioni – possiamo concentrare i due giorni la settimana le 15 ore di didattica richieste dall’ordinamento ed avere tempo per studiare, comporre e fare concerti. Con Remi abbia mo costituito un piccolo complesso, il Duo Links che ampliamo con altri amici e colleghi a seconda delle esigenze. Con Links interpretiamo musica contemporanea, non solo ciò che componiamo noi, ma anche lavori di altri, ad esempio, di Franck Bedrossian, Philippe Hurel, Steven Ricks in festival e sale da concerto come La nuit Blanche 2013 (Paris), l’Arsenal (Metz), le Théâtre du Briançonnais. Le opportunità non mancano ma il pubblico per la musica contemporanea non sembra crescere , almeno in Francia; alcuni miei lavori hanno avuto successo a New York, Bogotà, Londra, San Pietroburgo, Vancouver, Sant’Antonio, mentre da noi è difficile uscire da Parigi, Lione e Strasburgo, nonché qualche festival specializzato.»
E per il futuro a più lungo termine?
«Un comune amico di cultura musicale francese – Oscar Strasnoy – la cui prima opera per la scena è stata rappresentata a Spoleto ed a Roma, si è trasferito a Berlino. Un pensierino ce lo sto facendo anche io, pure perché l’insegnamento al Conservatorio mi consente di vivere tra due città».
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