di Monika Prusak
Si è svolto presso Sonosfera di Pesaro, capitale italiana della cultura 2024, il finale della seconda edizione del concorso internazionale di composizione elettroacustica tridimensionale, Isac – International Sonosfera Ambisonics Competition “Eugenio Giordani” (dedicato al maestro Eugenio Giordani storico direttore della Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio Rossini di Pesaro scomparso nel 2020), organizzata in collaborazione con l’istituto francese per la ricerca tecnologica Ircam – Centre Pompidou, nel trentesimo anniversario del Forum.
I concerti dei finalisti della rassegna sono stati presentati a Sonosfera e all’Espace de Projection di Parigi. Tutti i lavori sono stati valutati da una giuria internazionale gestita da IRCAM.
Un anfiteatro tecnologico a forma di sfera “per l’ascolto profondo di ecosistemi e musica”, Sonosfera di Pesaro è un luogo in cui il suono avvolge lo spettatore a 360 gradi, offrendogli una esperienza unica, che coinvolge in maniera totalizzante la percezione uditiva e anche quella emotiva. Ideata da David Monacchi, ingegnere del suono e docente del Conservatorio Rossini, Sonosfera è stata creata per Pesaro Città Creativa Unesco della Musica e ospita in primo luogo il progetto ‘Fragments of Extinction – Il Patrimonio Sonoro degli Ecosistemi’ a cura dello stesso ideatore. Il progetto si basa sulle ricerche sul campo condotte da Monacchi dal 2002 in poi sui paesaggi sonori delle foreste primarie equatoriali dell’Amazzonia, del bacino del Congo e del Borneo, documenti che testimoniano i drastici mutamenti del clima e degli habitat naturali a livello globale e che coniugano l’approccio scientifico della trasmissione dei dati con quello relativo alla resa sonora. I Frammenti sono una esperienza forte, che non lascia indifferenti, sia per la verità trasmessa, sia per l’eccezionale aspetto sonoro, che utilizza le registrazioni dei suoni reali e le elaborazioni elettroniche. Lo spazio buio di Sonosfera, illuminato da poche immagini rotanti, con 45 altoparlanti in geometria sferica che propongono una immersione sonora spettacolare e allo stesso tempo intima, mette in risalto il suono nella sua forma più diretta e immateriale, a tratti impressionante.
Inaugurato nel 2023, il concorso ISAC ha goduto quest’anno della preziosa partnership con IRCAM, che ha permesso agli artisti premiati di presentare le loro opere a Sonosfera e all’Espace de Projection, la famosa sala da concerto di Parigi disegnata da Renzo Piano. I 149 candidati da 42 paesi del mondo si sono sfidati nell’approccio ambisonico alla composizione musicale. Sono stati scelti 15 finalisti, i cui brani sono stati eseguiti a Pesaro e durante la giornata conclusiva della trentennale di IRCAM. La short list dei finalisti è stata divisa in tre miniconcerti e ripetuta in tre serate di modo da lasciare scegliere liberamente al pubblico le modalità di partecipazione o di poter tornare a riascoltare l’intero programma. Le composizioni provenienti dalla Francia, dalla Germania, dalla Spagna, dall’Italia, dalla Norvegia, dal Regno Unito, dal Brasile, dagli USA, dalla Polonia, dal Taiwan e dall’Ungheria, hanno presentato approcci diversi, ma tutti ugualmente validi. In tutti i casi alla meticolosa ricerca sonora è stata affiancata una ricerca di contenuti extramusicali e soluzioni tecnologiche, che fa di queste creazioni esempi di musica colta accademica con una forte componente artistica e personale. Tra i finalisti non vincitori si segnalano tre composizioni di particolare interesse: Le Mauvais Vitrier – The Bad Glazier di Yann Brecy e Samuel Robineau (Francia), una sorta di rappresentazione radiofonica, lontana eco delle ricerche delle avanguardie novecentesche, basata sull’omonimo poema di Charles Baudelaire, con lo strato sonoro che cambia continuamente muovendo la narrazione tra realtà e fantasia; Pass Away del compositore taiwanese Chuang ShengKai, una toccante esplorazione sonora dell’esistenza e della non-esistenza, che ritrae l’impermanenza della vita e la casualità del mondo naturale dove il suono è una forma di memoria; infine, Trois effervescences autour d’une chute d’épingle di Jean-Marc Duchenne (Francia), una creazione di forte impatto sonoro in tre parti basate sulla registrazione di piccoli spilli che cadono in diversi contenitori, che progressivamente porta l’ascoltatore da uno spazio aperto in una pioggia densa e pulsante.
La costruzione dei tre miniconcerti di Sonosfera in netto crescendo sonoro ed emotivo ha avuto il suo culmine nelle esibizioni delle composizioni premiate con menzione speciale e vincitrici. I compositori presenti hanno introdotto brevemente le loro opere al pubblico. La seconda menzione è stata assegnata a 70_O~ di WEL-KER (Regno Unito – Francia), un progetto di collaborazione tra due compositori residenti a Manchester, Guillaume Dujat e Joe Beedles, che lavorano insieme dal 2018: la creazione prende spunto dalle registrazioni del rumore di un palloncino e fa decollare le sonorità attraverso l’uso di formule fisiche mirate. La prima menzione, Otherness di Alex Buck (Brasile), è una composizione dalla struttura astratta, un viaggio attraverso suoni-indizi, che svelano soggetti, concetti e riferimenti nascosti. Tra le diverse sonorità, sono quelle del fuoco e dell’elettricità a giocare il ruolo principale: il fuoco, perché essenziale alla sopravvivenza e l’elettricità, perché indispensabile per il supporto della vita artificiale. Un altro mondo sonoro si apre nella composizione di Natasha Barrett (Norvegia), vincitrice del terzo premio, che negli Impossible Moments from Venice: The Other Side of the Lagoon ripercorre l’esperienza della sua prima visita a Venezia. Le registrazioni effettuate in loco e successivamente rielaborate portano l’ascoltatore in un luogo immaginario oltre la portata della realtà, in una Venezia nebbiosa e sognante, creando un quadro decadente e malinconico avvolto da una trascendente bellezza. Una immagine di particolare delicatezza appare nella composizione Transfromations: Music for a Destinationless Journey di Ralph Killhertz (Spagna), vincitore del secondo premio, che esplora nuovi orizzonti costruiti sulle sonorità del gong e della voce umana nella loro dimensione terapeutica. Attraverso un percorso di ricerca timbrica e ritmica, che porta nella profondità dell’essenza del suono, il brano sfida le aspettative dell’ascoltatore fornendo sonorità nuove e tenendolo allo stesso tempo impegnato e connesso grazie ai punti di contatto che appagano il suo bisogno emotivo. Contrastante e di forte impatto è stata la composizione vincitrice del primo posto, Non è un compendio di etologia numerico-digitale, di tre compositori della scuola elettroacustica napoletana Andrea Laudante, Paolo Montella e Giuseppe Pisano. La loro collaborazione, che sfida la credenza che la composizione acusmatica debba essere un’attività individuale, ha prodotto una composizione altamente tecnologica: una interessante condivisione delle esperienze dei singoli componenti del gruppo che si influenzano a vicenda offrendo soluzioni nuove e inaspettate.
Per i tre giorni dei concerti, Sonosfera è diventata un luogo di ritrovo di addetti ai lavori e appassionati, che hanno potuto conoscere e discutere tutte le composizioni finaliste di Isac. “Isac-2024 – si legge nel programma di sala – vuole richiamare l’attenzione internazionale, e orientarne la creatività, su queste nuove possibilità del pensiero compositivo e della fruizione pubblica della musica elettroacustica (…) al fine di dare corpo agli approcci di innovazione linguistica – artistica e scientifica – propri della musica di ricerca di ambito accademico (…)”. Un luogo unico a livello nazionale, uno dei pochi a livello mondiale, Sonosfera ha le potenzialità per diventare un punto di riferimento per la nuova musica, per la didattica e per la divulgazione.