Alla Società del Quartetto di Milano il pubblico ha potuto ascoltare sei Concerti dalla raccolta La Stravaganza op. IV e due Sinfonie provenienti dal repertorio teatrale del Prete Rosso
di Laura Bigi
Scriveva Johann Joachim Quantz nell’ultimo capitolo del suo Essai d’une Méthode pour apprendre à jouer de la Flûte Traversière (pubblicato prima in tedesco nel 1752): «Gli Italiani non pongono limiti nella Composizione e la loro concezione è grandiosa, vivace, espressiva, raffinata, un tantino bizzarra, libera, ardita, temeraria, stravagante, talvolta trascurata nel metro, ma essi sono anche inclini al canto, alle lusinghe, teneri, commoventi e ricchi d’inventiva».
Quantz non ha in generale per i musicisti italiani parole di lode, tutt’altro, ma compendiata in poche righe, era questa l’opinione del mondo musicale contemporaneo a Vivaldi a proposito dello stile italiano, sintesi della galanterie e del goût barocchi.
Il grande merito di Fabio Biondi e della suo ensemble Europa Galante (Fabio Ravasi e Andrea Rognoni, violini; Stefano Marcocchi, viola; Maurizio Naddeo, violoncello; Patxi Montero, violone; Giangiacomo Pinardi, tiorba; Paola Poncet, cembalo) è quello d’aver saputo mirabilmente recuperare quello stile, ricreare un mondo musicale, rievocare l’atmosfera di un’epoca.
Per questo concerto alla Società del Quartetto di Milano il pubblico ha potuto ascoltare sei Concerti dalla raccolta La Stravaganza op. IV e due Sinfonie provenienti dal repertorio teatrale del Prete Rosso: l’una detta Il coro delle Muse, serenata del Maestro Gennaro D’Alessandro su libretto di Carlo Goldoni, per cui Vivaldi aveva composto gli inserti musicali; la seconda costituiva, come da prassi, il brano introduttivo all’opera Ercole su’l Termodonte (ma risalente alla Armida al campo d’Egitto), lavoro di Vivaldi su libretto di Antonio Salvi, di cui Fabio Biondi ha curato l’edizione critica in occasione della prima rappresentazione integrale dell’opera in tempi moderni nel 2007 a Venezia.
L’ensemble insieme suona perfettamente guidato dalla sicurezza del primo violino, indiscutibile protagonista dei momenti virtuosistici risolti con brillantezza e molta agilità, anche quando la tessitura è particolarmente esigente. Nulla viene trascurato: ottimale la scelta dei tempi d’esecuzione, soffusa la combinazione dei timbri nei tempi lenti ed espressivi più intimamente lirici, omogenee le dinamiche, che lasciano però il giusto spazio a tutte le voci dialoganti.
Ciò che di positivo scrive Quantz lo ritroviamo in questo concerto: ecco colto lo spirito autentico del Barocco italiano e del violinismo virtuosistico esuberante di Antonio Vivaldi.
Fabio Biondi
Ensemble Europa Galante
Società del Quartetto di Milano