Sondaggio • I nuovi dati della Federazione Industria Musicale Italiana registrano una ripresa del segmento del repertorio d’arte con un +53% nei primi nove mesi dell’anno, in un mercato comunque fragile. Il titolo più venduto è Viva Verdi con Riccardo Chailly e la Filarmonica della Scala. A seguire Vivaldi, Mozart, Pavarotti
IL BICENTENARIO VERDIANO (E PER INDUZIONE QUELLO DI WAGNER) ha sicuramente aiutato. Titoli che producono ancor oggi numeri notevoli. E non solo all’impaginazione di innumerevoli manifestazioni musicali e stagioni teatrali, ragionevolmente indotte dal binomio Verdi-Wagner ad una divulgazione massiccia delle loro opere, con risultati spesso artisticamente ed economicamente notevoli. Ma anche ad indurre la ripresa delle vendite in un settore, quello discografico, funestato dalla crisi economica e dal cambiamento delle abitudini di ascolto degli utenti. Successivamente troviamo Vivaldi, Mozart e Pavarotti.
Questo appare dai dati presentati dalla società di revisione Deloitte ed elaborati per FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana – Confindustria) nei quali si evidenzia una crescita del segmento della musica classica che raggiunge il 53% nei primi nove mesi del 2013, arrivando a rappresentare il 12% del mercato italiano, contro il 7% raggiunto nel 2012. E questo senza contare che non siamo ancora sotto Natale, dove le vendite di musica sono capaci di rappresentare ogni anno quasi il 25% del fatturato annuale. Il titolo più venduto nei primi nove mesi dell’anno è Viva Verdi – Ouvertures e Preludi, pubblicato dalla Decca, con Riccardo Chailly alla guida della Filarmonica della Scala. A seguire le Quattro Stagioni di Vivaldi con Claudio Abbado e Gidon Kremer (Deutsche Grammophon), The best of Mozart con la Vienna Chamber Orchestra diretta da Emil Tabakov e il Trio Zingara (Resonance), il Requiem di Mozart diretto da Karajan (Deutsche Grammophon), Buongiorno a te di Pavarotti (Decca).
Soddisfazione legittima dunque per grandi case come Universal Music Italia, sotto il cui ombrello giacciono firme storiche della discografia come Deutsche Grammophon e Decca. «È un dato che ci fa piacere di apprendere in via ufficiale, ma che non ci coglie di sorpresa» ha dichiarato Mirko Gratton, Direttore della Divisione Classica & Jazz di Universal Music. « Nei primi dieci mesi quest’anno Universal Music Italia ha avuto un aumento di circa il 90% nel mercato fisico, oltre a un aumento notevolissimo nel segmento digitale. Questa notizia rappresenta un bel segnale per questo Paese, oltre che un’ulteriore conferma del fatto che continui ad esistere una domanda di cultura nonostante la crisi graffiante e nonostante i non sempre adeguati sostegni al mondo della musica». Che si tratti di una fiammata momentanea o di una reale ripresa destinata a durare, solo il tempo ci saprà dire.
© Riproduzione riservata
Sondaggio
(è totalmente anonimo, nessun cookie monitora questi dati, è solo un confronto tra i nostri lettori, non ha valore scientifico, non è un’indagine di mercato)
[poll id=”9″]