L’ensemble acustico/elettrico diretto da Renato Rivolta impegnato all’Auditorium di San Fedele in un «viaggio senza bussola dall’avanguardia storica all’Intelligent Dance Music»
di Francesco Fusaro
QUANT’È BELLO RESTARE SEDUTI per due ore buone di concerto e continuare a pensare: «È come se fossi a casa mia e alla radio stessero finalmente passando tutta la musica che mi piace, che mi appassiona, che tiene sempre attenta la mia attenzione. Tutta la musica buona». Quant’è bello restare seduti per due ore buone partecipando di questa intima soddisfazione con un pubblico attento e nutrito mentre sul palco e in sala succedono cose note e meno note. A partire da un coloratissimo John Cage (In a Landscape) che nell’orchestrazione di Renato Rivolta, sul palco a dirigere uno strepitoso ensemble acustico/elettrico dal programmatico nome di OT (Off-Topic, ovvero fuori tema/contesto/argomento), mostra il suo volto di adulto bambino dal catalogo musicale tristemente relegato (nell’immaginario collettivo) alle opere più provocatorie e sovversive.
La scaletta prevedeva l’alternanza di composizioni eseguite sul palco e registrazioni elaborate dal vivo da Giovanni Cospito attraverso il sistema dell’Acusmonium, orchestra di 38 altoparlanti che è dotazione tecnologica unica nel suo genere in Italia. Come in un dj set eccoci dunque transitare dagli spettri di Madama Butterfly di Puccini nella visione musicale di Pauline Oliveros (Bye Bye Butterfly) a So sincere dei Gentle Giant, colonna di quel prog inglese che ha spesso mostrato più di un punto di contatto con le avanguardie storiche del Novecento. Ecco ancora le idee di Frescobaldi riecheggiate nella musica di Ligeti (XI Ricercare) e i suoni avvolgenti di Treefingers dei Radiohead (da quello che fu l’album-shock Kid A). E via così in un tripudio di brillanti idee musicali le più disparate: dal feroce zapping musical-catodico di Trash TV trance di Fausto Romitelli (con eccezionale performance di Francesco Zago alla chitarra elettrica, di cui poi si sentiranno anche un’ironicamente affettuosa In Re Metallica, che già dice tutto nel titolo, e un’altrettanto ironica Dis-carica, «ode negativa alla contaminazione, ovvero all’inquinamento musicale») alle altrettanto feroci poliritmie su schegge jazz e bassi covanti (pre-dubstep) di Amon Tobin (Escape); dall’apparente levità musicale di Conlon Nancarrow (Studio #2 per piano player nell’orchestrazione di Zago e Rivolta) e Tommaso Leddi (Musica Leggera Marziana #1, 11 e #6, 31) alla seriosa ricerca sonora di Pierre Henry (Initiation) e Anton Webern (il primo movimento delle Variazioni op. 21). Senza dimenticare Autechre, Brian Eno, Ryoji Ikeda (esilarante la reazione del pubblico all’ascolto della suo frontale One minute, fra sussulti sulla sedia, orecchie tappate e risatine), Frank Zappa e la musica dello stesso Rivolta.
Un impaginato, come si usa dire, che ha imposto all’ensemble flessibilità musicali non comuni più che degne di esperienze estere importanti come (inevitabile pensare a loro) Bang On a Can, ma anche italiane (Sentieri Selvaggi). Quant’è brutto dunque sapere di non poter tornare a casa e accendere tranquillamente la radio per ottenere lo stesso piacere musicale.
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OT (Off-Topic) Ensemble | Raffaele Trevisani, flauto; Valerio Cipollone, clarinetti e sax alto; Carlo De Martini, violino; Eliana Gintoli, violoncello; Eleonora M. Ravasi, tastiere elettroniche; Marco Riccelli, pianoforte; Luca Gusella, percussioni e tastiere; Francesco Zago, chitarra elettrica; Archimede De Martini, basso elettrico; Renato Rivolta, direzione | Progetto musicale di Renato Rivolta, Francesco Zago, Giovanni Cospito e Antonio Pileggi SJ