di Luca Chierici
Per il conferimento a Myung-Whun Chung del titolo di Direttore emerito della Filarmonica della Scala si è realizzato quasi contemporaneamente un nuovo appuntamento concertistico di grande spessore che ha riscosso un notevole successo di pubblico.
Chung, oggi settantenne, ha un rapporto particolarmente felice con la Filarmonica, che ha diretto innumerevoli volte e che riesce a plasmare con un gesto nobile anche in partiture complesse come quelle scelte lo scorso lunedì. Il direttore coreano e l’orchestra, in forma come non mai, hanno collaborato in maniera perfetta alla definizione di due capolavori sinfonici ben noti quanto ricchi di confronti anche all’interno della lunga programmazione dell’orchestra stessa.
Lo stesso Chung aveva diretto alla Scala la quarta sinfonia di Brahms e l’Incompiuta di Schubert in passato, ma come ripete lo stesso direttore non è sufficiente una vita per approfondire testi di tale portata e il cammino di riscoperta da lui intrapreso nel corso del tempo si è palesato attraverso una lettura di grande sapienza nella quale si è ammirato sia lo scavo analitico che la naturalezza dell’eloquio. Nella sinfonia schubertiana Chung ha optato per sonorità quasi cameristiche fondate su un legato che all’inizio richiamava una famosa annotazione furtwaengleriana della quale ci rimane uno splendido anche se breve ricordo in video. E allo stesso tempo si è notata la lucida analisi nella realizzazione dello sviluppo del primo movimento. Cosa che si è ripetuta anche nella decifrazione della complessa partitura brahmsiana il cui incipit ci ha ricordato la magia di una lontana esecuzione di Claudio Abbado con quella che forse non era ancora la Filarmonica, bensì l’Orchestra del Teatro alla Scala.
In questa sinfonia non si era mai ascoltata la Filarmonica esprimersi così profondamente e con egual misura nel comparto degli archi e dei fiati (magnifici questi ultimi nel secondo movimento). Dal canto suo il direttore ha realizzato in maniera davvero notevole il senso di continuità che lega le trenta variazioni sul tema di passacaglia che regola l’ultimo movimento, uno dei risultati più incredibili di tutto il sinfonismo brahmsiano e si può dire di tutto il sinfonismo tardo ottocentesco. L’orchestra ha tributato al direttore un omaggio sincero ed entusiasta e lo stesso Chung non finiva di ringraziare l’intera compagine e le sue sezioni più impegnate, quasi negando spazio agli applausi del pubblico rivolti anche e soprattutto alla propria persona.