di Michele Manzotti
A loro modo sono Olimpiadi, ma dedicate alla musica. E l’Orchestra dei ragazzi della Scuola di Fiesole ha vinto la medaglia d’oro. A Vienna i giovani diretti da Edoardo Rosadini sono arrivati primi al World Orchestra Festival organizzato dall’emittente di stato austriaca Orf e dai Wiener Philharmoniker. Con lo stesso Rosadini parliamo dell’esperienza viennese subito dopo l’affermazione.
Quando siete partiti qual era il vostro vero obiettivo?
«Quello viennese è un festival nell’ambito del quale c’è un concorso per orchestre con componenti fino ai 19 anni. Andare a suonare in questo contesto era già un riconoscimento per i ragazzi. Ma per noi significava anche la possibilità di incontrare persone importanti. Un’occasione da non perdere».
Il vostro esordio?
«Abbiamo presentato un concerto in piazza (la Rathaus) con l’Ouverture Prometeo di Beethoven e quella del Guardaboschi di Johann Strauss figlio. Poi la mattina successiva è stato il momento del workshop con Helmut Zehetner, spalla dei secondi violini dei Wiener. I ragazzi hanno affrontato due ore e mezza di prova, eseguendo il primo movimento della Sinfonia ’Linz’ di Mozart e l’Ouverture dal Signor Bruschino. Ma Zehetner ha anche voluto insegnare ai musicisti ad entrare nello spirito delle composizioni di Johann Strauss».
Queste musiche sono state eseguite per il concorso?
«Ne avevamo previste altre: i primi due movimenti della Sinfonia 29 di Mozart e la Tarantella di Rossini-Respighi come esempio di repertorio italiano, previsto dalle norme della competizione».
Come è stato il momento conclusivo?
«Suonare al Musikverein è stata una sensazione incredibile per tutti. Lì abbiamo eseguito la suite dall’Amarcord di Nino Rota e l’Ouverture dalla Dea della ragione di Strauss. Nel primo caso è stato festeggiato il trombone di Dario Calcerano che ha intonato il tema, mentre la spalla Matilde Urbani si è alzata in piedi con il suo violino nel brano viennese nello spirito delle esecuzioni alla Strauss. Poi è stata la volta delle premiazioni».
Che sensazione avete avuto dopo questa vittoria?
«Zehetner ci ha detto cose bellissime: che eravamo professionali e che avevamo un suono meraviglioso. Un bell’attestato di amicizia. Eravamo tutti commossi. È l’emozione più grande che ho avuto nella mia attività concertistica».