di Luca Chierici
Classe 1971, vincitore del “Queen Elizabeth” a soli 17 anni, Vadim Repin è uno dei più grandi violinisti in carriera che ha collaborato con solisti e direttori d’orchestra ai massimi livelli imponendosi anche in Italia da molti anni a fianco di solisti di grande fama tra i quali spicca Nikolai Luganski, suo partner elettivo con il quale ha presentato un programma di stile classico che puntava su tre sonate celebri, quella di Debussy, l’op. 45 di Grieg e la proustiana “La maggiore” di Franck.
Sia dal punto di vista stilistico che da quello meramente sonoro si è trattato di una serata che ha riscosso un successo davvero entusiastico, non facile da raggiungere anche per l’estrema popolarità delle composizioni presentate. Grieg era noto fin da una leggendaria esecuzione di Rachmaninov e Kreisler, Franck era dominio di Heifetz e Rubinstein, Debussy era stata sfiorata da Szigeti e Bartok.
Questi esempi celebri e tanti altri che erano seguiti anche alla Società del Quartetto da parte di interpreti più giovani non possono che in parte portare a una replica dei caratteri stilistici più noti, ma non è comunque facile rinnovare i risultati già raggiunti aggiungendo particolari che illuminano ancora oggi la bellezza e la novità di queste pagine. Un guizzo di virtuosismo si è aggiunto al termine con la Valse-Scherzo op. 34 di Čajkovskij, pagina di irresistibile fascino che ha concluso in tripudio la bella serata.