di Luca Chierici
Il debutto scaligero di Andrés Orozco-Estrada è avvenuto il 30 settembre appena trascorso con una ripresa delle Nozze di Figaro nell’ultra-collaudata versione di Strehler-Frigerio-Squarciapino ma il giorno seguente il brillante direttore colombiano si è confermato carta vincente in un concerto con la Filarmonica della Scala e un programma interamente dedicato a Berlioz.
Orozco-Estrada non è nuovo alle platee italiane perché è appena stato nominato Direttore principale dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e con la Filarmonica si è esibito a Bucarest un paio di anni fa. E’ inoltre ben noto per le sue collaborazioni con orchestre quali la Frankfurt Rso, i Wiener Philarmoniker e Symphoniker, la Onf e l’Orchestra di S. Cecilia. Il programma interamente berlioziano puntava evidentemente sulla colossale Symphonie fantastique ma come preludio si sono ascoltati la vivacissima ouverture “Le carnaval romain” e il ciclo di sei melodie che vanno a comporre Les nuits d’été. E’quest’ultima una raccolta di indubbio valore ma di non facile ascolto nel contesto di un concerto pubblico, sia per la sua durata che per la necessità di disporre di una voce di soprano veramente affascinante. Diremmo quasi che si tratta di una composizione che si gode maggiormente attraverso un ascolto discografico e per quanto la voce del soprano Christiane Karg si sia rivelata più che adatta allo scopo, non ci ha fatto dimenticare esempi più ammalianti come quelli della Crespin o della Danco.
Nella Fantastica, Orozco-Estrada ha giocato, più che sulla coerenza dell’insieme, sulla vivisezione di tutti gli straordinari interventi orchestrali, portando l’ascoltatore a soffermare la propria attenzione su tutti i dettagli che si colgono attraverso una lettura “verticale” della pagina scritta. Le mirabilie strumentali hanno forse attirato maggiormente lo spirito degli astanti, prima ancora che le reazioni al complesso e ben documentato “episodio di una vita d’artista” che sconvolge i significati del messaggio musicale. La scelta di Orozco-Estrada è stata comunque vincente e da applaudire sono certamente gli orchestrali tutti che hanno seguito i virtuosismi del direttore nel richiedere il massimo dai vari strumenti. Serata di successo, anche a teatro non pienissimo, che ci fa ben sperare in un nuovo invito nei confronti del direttore colombiano, da ascoltare anche in un repertorio più classico e più strutturato.