IL PIZZICO
di Luca Pavanel
L’ultima della serie è: la musica “allunga vita”. E meno male non gli arti o il tronco o qualcosa d’altro, se no sai che corse a suon di cazzotti, c’è da giurarci…Welcome nel mondo dei miracoli delle sette notte, per dire che da qualche tempo – anzi parecchio – non c’è settimana in cui non spunti una rivelazione sui benefici che i suoni organizzati porterebbero anche all’essere umano. Firmato i soliti rispettabili scienziati, grazie a nuovissimi studi, per via di osservazioni all’ultimo grido. A volte paiono esagerazioni, però fa piacere sapere di maneggiare materiale così prezioso, neanche fosse la kriptonite di Superman o a seconda dei casi la pozione del mago Merlino oppure gli spinaci di Popeye. Degli animali si sapeva già. Se la musica non ha dato loro la parola è solo per caso, Sarà questione di tempo. Le mucche, con le sinfonie 24 ore su 24, fanno più latte; le galline a suon di madrigali si sentono Napoleone e le pecore con l’orecchio assoluto danno lana multicolor. Fantasie, of course. Le notizie però a volte sono così.
Insomma, questa Benedetta (la musica), intorno/per cui un’umanità intera sogna, lavora, si danna e si allieta è una specie di elisir a tutto tondo. Poi non importa se arrivano le smentite, tipo “ah no, c’eravamo sbagliati, in realtà è come l’acqua fresca, pardon…”; tanto la fama ha già fatto il giro del mondo. E chi la schioda più… Un vecchio proverbio dice: “Fatti la nomina e vai a dormire”. La puntura di oggi, certamente non è per svilire la “signora delle signore”, ma solo per dire che alcuni scoop vanno presi con le pinze. Per carità però, quando dietro ci sono studi con la S maiuscola di equipe note e riconosciute, allora è tutto un altro paio di maniche. Ma quando si legge che in Inghilterra un giovane super manzo allevato a mangimi & Mozart è scappato dal camion che lo stava portando al macello, è entrato in un recito e ha ingravidato un intero gregge di ovini (pare una ventina di capi, magari allevati a suon di arie pastorali) beh insomma… Povero intrepido bue “padre” venti volte almeno: per le sue prodezze lo hanno graziato. E ora, chez Amadeus, è leggenda. Ma non tutto va, deve andare così ovviamente.
L’uomo è l’uomo, e non ci si può accontentare della sensazione del momento, di favolette. Le cose serie, per esempio, si trovano nella musicoterapia, con percorsi collaudati, proposti da professionisti preparati, con pazienti che effettivamente migliorano. Dunque andiamoci piano col beverone-magico-sonoro che viene spacciato qui o là, ogni tanto. Perché va a finire che a furia di fare a gara a chi la spara più grossa, la gente diventerà indifferente, perché non saprà più che cosa credere.
Dunque meglio restare con i piedi per terra con teorie, anche dimostrate, alla portata della realtà. Per dirne una, sostenere che la musica aiuta, armonizza lo sviluppo dei bambini è cosa che ha fondamento e dimostrazione e, se si vuole, pure giusta. Perché – al di là delle valutazioni scientifiche – promuove in generale la causa e in particolare è un qualcosa che male che vada resta attacca alla vita per tutta la vita. A livello individuale, magari la musica non diventerà né questo né quello, non trasporterà verso carriere sfavillanti oppure non aprirà orizzonti culturali così vasti da perdersi dentro. Ma una cosa la fa/è/può essere: straordinaria, amico o amante, anche per chi è solo o soffre di solitudine. Vuoi mettere una sera d’inverno davanti a un camino di una bella casa o all’aperto davanti al fuoco se c’è stata sventura; una bottiglia, una chitarra (o un flauto o una fisarmonica), chi suona, la musica: in tre, anzi in quattro si è già un’allegra compagnia…
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