Il compositore Gabrio Taglietti ricorda il pianista scomparso
Avevo conosciuto Antonio Sardi de Letto nel 2003: avevo avuto notizia di un concerto in cui lo Ianus Piano Duo, formato da lui e da Orietta Caianiello, suonava musiche di Messiaen alternandosi a un coro gregoriano. Ero rimasto colpito dall’originalità dell’impaginato e avevo proposto quel concerto alla rassegna cremonese Spazionovecento, dove aveva riscosso grande successo.

Mi avevano immediatamente colpito la sua bravura e la capacità di passare nel modo più naturale dal repertorio romantico (Schumann in particolare) alla musica contemporanea. Il suo era un virtuosismo in senso moderno, che coniugava l’assoluta eccellenza tecnica con l’intelligenza di comprendere immediatamente le intenzioni del compositore d’oggi e di immedesimarvisi con naturalezza. Era nato così un rapporto di stima e amicizia che ha portato alla realizzazione di un cd per la Stradivarius con opere pianistiche mie e di Gabriele Manca.
Soprattutto in questa occasione, oltre a confermare le prime impressioni sulle sue doti musicali, avevo potuto conoscere le sue straordinarie qualità umane: Antonio era sempre disponibile e sorridente, e il suo amore per la vita e per la musica lo ha accompagnato fino all’ultimo, nel combattere con coraggio la sua battaglia contro una malattia che fin da subito si era manifestata di terribile gravità. Con la morte di Antonio Sardi de Letto la musica italiana perde un grande interprete e molti di noi dicono addio a un grande amico.
Gabrio Taglietti
Compositore e pianista, Gabrio Taglietti (Cremona, 1955) si è sempre impegnato nella sua doppia attività di autore e di esecutore. Iniziati gli studi di composizione presso il Conservatorio di Parma con Franco Margola, li ha proseguiti al Conservatorio di Milano con Davide Anzaghi per poi diplomarsi nel 1981 sotto la guida di Giacomo Manzoni. Maria Grazia Bertocchi è stata l’insegnante che lo ha guidato al diploma di pianoforte.Nel 1978 ottiene il primo importante riconoscimento con il quartetto per archi Le rondini, unica opera italiana selezionata al 5° Seminario Internazionale dei Compositori di Boswil (Svizzera). Da allora le sue composizioni sono state eseguite nei più importanti festival in Italia e all’estero – a Venezia (Opera Prima), Montepulciano (Cantiere Internazionale dell’Arte), Parigi (Radio France), Roma (Nuova Consonanza), Zagabria (Biennale), Firenze (Tempo Reale), in Olanda, Repubblica Ceca, Svizzera, Germania, Messico, Argentina, Giappone – e premiate in vari concorsi, fra cui il “Franco Evangelisti” (1987), il “Guido d’Arezzo” (1989), il “Mario Zafred” (1990), il “Valentino Caracciolo” (1991). Nel 1995 Aria, per violino e nastro magnetico, è stata eseguita al Ridotto del Teatro alla Scala in un concerto commemorativo dei cinquant’anni della Liberazione. Dopo aver insegnato, nel ‘93, Storia e Tecnica della musica contemporanea presso l’Università di Pavia, dal 1997 è docente di composizione presso il Conservatorio di Mantova. Come pianista svolge un’intensa attività cameristica col Gruppo Musica Insieme di Cremona, con cui organizza il festival “Spazionovecento”.
I lavori di Gabrio Taglietti si pongono all’attenzione dell’ascoltatore come una successione di immagini differenti, tutte metamorfosi di una forma originale, spesso ossessivamente reiterate con leggere varianti. Cosicché forme e gesti tradizionali appaiono come scheletri, radiografie del passato che hanno perso la loro valenza storica. Scopo della musica, almeno negli ultimi decenni, è, secondo Taglietti, poter dare un’immagine lucida del caos che regna nella “nostra anima”.
Gli Studi per pianoforte, fra le ultime composizioni di Taglietti, sono stati pubblicati in CD nel 2009 dall’etichetta Stradivarius.