Stradivarius ha pubblicato in un compact disc quattro lavori del compositore trentino, un musicista giovane ma già in evidenza sulla ribalta internazionale
di Patrizia Luppi
I quattro componenti di una delle formazioni quartettistiche classiche – violino, viola, violoncello e pianoforte – sono per volontà o per caso i protagonisti di altrettanti brani per strumento solista e ensemble, nel cd Il risultato dei singoli che raccoglie composizioni scritte da Matteo Franceschini tra il 2007 e il 2009. Il 32enne Franceschini, nato a Trento, ha studiato con Alessandro Solbiati e si è perfezionato con Azio Corghi e all’IRCAM. È salito presto alla ribalta, non solo nazionale, con commissioni ed esecuzioni in parecchie sedi autorevoli. Nel maggio 2012 un suo brano sarà presentato in prima assoluta dalla Filarmonica della Scala, e lo sottolineiamo perché la commissione dell’orchestra milanese è arrivata quest’anno a Franceschini dopo essere stata assegnata a nelle stagioni passate a colleghi più anziani e titolati come Giorgio Battistelli, Carlo Boccadoro, lo stesso Corghi, Luis de Pablo, Pascal Dusapin, Peter Eötvös, Ivan Fedele, Luca Francesconi, Salvatore Sciarrino, Giovanni Sollima e Fabio Vacchi. Insomma, il giovane trentino è una personalità da tener d’occhio e il cd pubblicato da Stradivarius lo conferma.
Quelli registrati sono quattro lavori concertanti (Sequel per viola e ensemble, Legenda per violino e ensemble, A long time ago per violoncello e ensemble, Sine qua non per pianoforte e ensemble) che paiono illustrare sia il significato italiano del termine concerto – andare d’accordo, essere in armonia – sia quello della lingua latina, dove concertare significa, all’opposto, gareggiare e dar battaglia. Il rapporto tra solista e altri strumenti è in effetti dialetticamente vivissimo in tutti i brani, che dal punto di vista formale non seguono schemi tradizionali (né il linguaggio del compositore, una scrittura avanzata e nutrita degli elementi musicali più diversi, lo consentirebbe), ma si articolano in successioni di episodi dal carattere spesso fortemente contrastante, che compongono una trama vivida ed eloquente; unica eccezione, dal punto di vista della forma, Sine qua non, che sembra ispirarsi alla tradizione, articolandosi in tre movimenti proprio come un concerto classico: ma il richiamo evidente si ferma lì.
I bravissimi strumentisti del Divertimento Ensemble diretto da Sandro Gorli assecondano con gusto e misura la vena così fervidamente espressiva della musica di Franceschini e la illuminano nella raffinatezza della tavolozza timbrica e degli intrecci sonori: in primo piano, con onore, si distinguono la violista Maria Ronchini, il violinista Lorenzo Gorli, Ralja Lukic al violoncello e Maria Grazia Bellocchio al pianoforte.
Patrizia Luppi