di Luca Chierici
Terzo premio all’ultimo Concorso Chopin di Varsavia e primo a quello di Cleveland del 2021, il ventisettenne spagnolo Martin Garcia Garcia si è esibito l’altra sera per le Serate Musicali di Milano attraverso un programma lisztiano e schumanniano di notevole spessore che trovava nella Sonata in si minore e negli Studi sinfonici op.13 le due componenti più impegnative.
Dotato di una certa simpatia nel suo impatto con il pubblico, Garcia è apparso pianista piuttosto problematico che ha senza dubbio ancora davanti a sé un percorso di ulteriore maturazione. Non ha convinto del tutto nella Sonata lisztiana, risolta in maniera piuttosto frammentaria come se i passaggi in ottave, quelli in note rapide congiunte, gli stessi cantabili rappresentassero elementi separati, non mirabilmente uniti in un discorso tra i più belli e appassionati di tutta la musica pianistica romantica. Molto migliore la seconda parte del programma, con una irruente lettura dei Pezzi fantastici op.111, raramente eseguiti nella loro interezza, e soprattutto con una bella narrazione degli Studi, composizione di proverbiale difficoltà tecnico-interpretativa da lui resa con sincera partecipazione e sicuro dominio della tastiera. Però gli Studi op.13 oramai da una cinquantina d’anni non si eseguono più nella loro versione del 1852 che esclude certe varianti cronologicamente risalenti al 1834-35 e soprattutto non tirano in causa cinque variazioni originali recuperate da Brahms e contenenti alcuni dei momenti più belli dell’inventiva schumanniana. Già dai tempi della storica incisione di Cortot si era riproposto il problema dell’aggiunta di queste cinque variazioni e in questo senso i vari interpreti si sbizzarrirono più tardi nell’inserimento di tali numeri – che rappresentano una specie di sguardo avveniristico di Schumann verso la musica pianistica del futuro – nel contesto della versione 1852, secondo un ordine variabile da esecutore a esecutore.
Non ci saremmo attesi da Garcia un ritorno a una tradizione del passato, scelta che fa di lui un personaggio piuttosto insolito e controcorrente nel panorama odierno. Tre bis tra Chopin e Rachmaninov, pure molto corretti, non aiutavano del tutto a chiarire la personalità di un ragazzo che probabilmente ha ancora molto da dire e che ha tutte le possibilità per continuare nel percorso di una buona carriera.