Sarà presentato il 5 giugno a Lucca, presso la Cappella Guinigi del Complesso conventuale di San Francesco (ore 17:30), il primo volume di una nuova edizione di moltissimo arricchita e riveduta, pressoché integrale e comprendente tutto il noto, delle lettere del compositore lucchese, a cura di Gabriella Biagi Ravenni e Dieter Schickling, nell’Edizione Nazionale delle Opere di Giacomo Puccini. Alla presentazione interverrano Arturo Lattanzi (Fondazione Cassa Risparmio Lucca), Virgilio Bernardoni (Edizione Nazionale delle Opere di Giacomo Puccini), Daniele Olschki (Casa Editrice Leo S. Olschki), Mauro Tulli (Università di Pisa), Paolo Fabbri (Università di Ferrara, Fondazione Donizetti), Vittorio Coletti (Università di Genova).
Giacomo Puccini. Epistolario (I volume, 1877-1896, Leo S. Olschki editore, 2015), è la nuova monumentale opera in nove volumi che raccoglie e testimonia la febbricitante corrispondenza intrattenuta dal compositore con familiari, l’editore, amici, organizzatori, figure istituzionali, librettisti. Un lavoro durato anni e che non solo attinge a raccolte, fondi ed edizioni già note (Giuseppe Adami, Giuseppe Pintorno, Simonetta Puccini, Selingman ed altri) offrendone nuove trascrizioni e datazioni, ma pubblica 150 nuovi documenti per la prima volta in questo prezioso volume, che ne contiene 776 con l’aggiunta in appendice di otto materiali. Nuove lettere quindi, ma anche cartoline, telegrammi, buste senza lettera, biglietti: emerge un Puccini variegato nei contenuti e nei toni, nelle lunghezze delle corrispondenze, ancora studente o già affermato compositore. «È sorprendente la quantità di lettere pucciniane che si è conservata – scrivono i curatori. Ciò si spiega col fatto che, almeno dal 1894 in avanti, Giacomo Puccini era una persona importante, prima in Italia e poi nel resto del mondo. Per cui non solo parenti e amici, ma anche altri destinatari, hanno conservato i suoi autografi perfino nei casi in cui il loro contenuto non risultava particolarmente rilevante». Ricchi apparati di note e tavole di comparazione corredano infine un lavoro prezioso destinato ad essere un nuovo punto di riferimento. (s.p.)