di Redazione

INLAY_04-01Per confermarsi nel panorama internazionale, i concertisti delle sei corde non possono esimersi dal confrontarsi con le trascrizioni delle suite per liuto di Bach. Ci si potrebbe domandare che senso abbia incidere ancora questi brani, considerate le meravigliose registrazioni di grandi chitarristi come Barrueco o Williams, monumentali sotto ogni punto di vista; la verità è che, data la complessità delle suddette opere, ogni registrazione ha il pregio di evidenziare sempre qualche aspetto inedito delle composizioni. La registrazione delle suite BWV 995, 997 e 998 da parte di Emanuele Segre non fa eccezione, rivelandoci un universo sonoro sempre nuovo e affascinante.

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Come primo brano si può ascoltare il Prelude della suite BWV 995: la lunga introduzione viene eseguita magistralmente da Segre, che preferisce non infiorettare troppo la sezione. Fin da subito è possibile notare come il suono prodotto sia cristallino e scevro da riverbero, quasi come se fosse nudo innanzi all’orecchio dell’ascoltatore; tale caratteristica si fa più evidente soprattutto nella seconda sezione del brano, in cui il discorso musicale procede a mo’ di fugato, contribuendo a delineare con chiarezza il contrappunto fra le voci. Nella Sarabanda invece l’atmosfera è totalmente diversa: la mano destra si sposta dal ponticello cercando un suono più rotondo e solenne. Ammirevole la giusta scelta di tempo da parte di Segre, che riesce così a dare al brano il giusto carattere riflessivo e intimista.

La Suite BWV 997 invece presenta caratteri virtuosistici più accentuati: il Prelude non ha alcuna sezione introduttiva e il suo principio ordinatore è un contrappunto molto stringente che non lascia requie all’ esecutore. Il secondo movimento – Fugue – è costituito da una splendida fuga reale di notevole difficoltà sia tecnica che musicale. Segre supera tutti questi ostacoli senza colpo ferire, esaltando di volta in volta la voce principale tramite intelligenti scelte timbriche. Particolarmente ingegnosa la scelta di registrare la Giga e il Double come unico movimento variato, in modo tale da poter rendere più evidenti le modificazioni del materiale tematico all’ascoltatore.

Procedendo nell’ascolto si incontra il Prelude, Fugue und Allegro BWV 998. Il Prelude ricorda molto la cantata Jesus bleibet meine Freude e la sua atmosfera delicata e solenne. Particolarmente suggestivo è l’andamento del basso, spesso usato per delimitare le varie sezioni del brano. La Fugue viene qui realizzata  con dei meravigliosi contrasti dinamici volti a rendere tutta la profondità della composizione, ponendo il soggetto sempre in primo piano. L’Allegro infine conclude la suite: caratterizzato da un tempo veloce e da un elevato tasso tecnico, rappresenta una delle migliori pagine del repertorio  per liuto.

L’ascoltatore ha quindi la possibilità, tramite questa meravigliosa registrazione, di esplorare a fondo alcuni brani fondamentali del repertorio bachiano. L’incredibile varietà timbrica messa a disposizione dall’esecutore rimane sicuramente la sua maggiore peculiarità: Segre infatti riesce a delineare meravigliosamente anche le più piccole variazioni di colore sonoro, donandoci un Bach estremamente vivo ed espressivo. Con buona pace di certe algide registrazioni.

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Pubblicato il 2016-07-19 Scritto da LorenzoGalesso

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