di Redazione

Noto e attivo anche come direttore d’orchestra (è ora direttore musicale dell’Ensemble Intercontemporain), Matthias Pintscher è un compositore da tempo affermatosi sulla scena internazionale, anche se raramente la sua musica si ascolta in Italia. Allievo di Giselher Klebe e Manfred Trojahn, influenzato da Henze, Lachenmann e Eötvös, ammirato e diretto da Claudio Abbado e da Pierre Boulez, Pintscher è un compositore fecondo, un fine colorista nella sua produzione orchestrale, quasi più francese che tedesco nel suo gusto per il dettaglio timbrico. Anche i suoi (pochi) lavori pianistici, presentati in questo cd da Alfonso Alberti, sono un esempio del suo linguaggio, vivido, immaginifico, attento agli stimoli letterari e artistici.

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Al 1991 risale Monumento I, scritto alla memoria di Arthur Rimbaud, e ispirato alla poesia Being Beauteous, dalle Illuminations: «E i brividi si innalzano, tuonano, e mentre il sapore forsennato eli quegli effetti si carica dei fischi mortali e delle musiche roche che il mondo, lontano, dietro di noi, lancia sul la nostra madre di bellezza – ella indietreggia, si erge. Oh! le nostre ossa sono rivestite di un nuovo corpo amoroso». Un ampio lavoro, in un solo movimento, dalla scrittura mobilissima, dove la materia sonora si sviluppa e si deforma, descrivendo un’ampia arcata piena di slanci, punteggiata da frammenti cantabili e morbidi rintocchi. Un percorso musicale ampio e articolato si ritrova anche in Tableau-Miroir (Threnos in zwei Teilen), composto l’anno dopo: la turbolenza inziale, come una materia indistinta, si trasforma in una specie di lento turbinio, giocando sul contrasto tra registri estremi, su improvvise emergenze tematiche, su rapidissimi arabeschi, su lunghe sospensioni (punti coronati), su frenetici gocciolamenti. Molto simile, come idea compositiva, la dialettica tra lo sfondo “notturno” e i lampi folgoranti, gli strani, inquietanti suoni di natura, che caratterizza Nacht. Mondschein (Szene für Klavier) del 1994, lavoro che ha anche un’impronta più astratta, una struttura formale meno evolutiva rispetto ai pezzi precedenti.

La materia sonora si sfibra definitivamente, quasi si smaterializza nel più recente On a clear day (2004), che dà il titolo al cd. Secondo le prescrizioni dell’autore, in questo pezzo l’esecuzione deve essere «uniformemente fluttuante e ondeggiante» e «l’articolazione e il lento flusso di tempo instabile devono sempre reagire alle immagini sonore che via via si formano». Il risultato è una superficie sonora traslucida e frammentata, dove tutte le cellule melodiche e accordali sembrano via via evaporare. È sicuramente il pezzo più originale, carico di poesia, colta con grande sensibilità da Alberti, che affronta tutti questi pezzi con competenza, rigore analitico, ma anche col giusto estro, confermandosi uno degli interpreti italiani più attenti al panorama internazionale della musica contemporanea (come testimonia anche il cd Dispositions furtives, dedicato alla musica pianistica di Gérard Pesson: Col Legno WWE 1CD 20285).

Questo cd Stradivarius include anche un ciclo per soprano e pianoforte, Lieder und Schneebilder, basato su poesie grafiche di e.e. cummings, in sette movimenti – Birds, I will wade out, To stand (alone), Erstes Schneebild, The moon is hiding in her hair, Lady of Silence, Zweites Schneebild –. In questo ciclo (già inciso nel 2002 da Claudia Barainsky e Axel Bauni: cd Wergo WER 6553) Pintscher usa il pianoforte con discrezione (nelle due magnifiche «scene di neve», Schneebild, il pianoforte quasi compare), affidandogli giochi di echi, risonanze sensuali, trame cristalline, proiettate soprattutto nel registro acuto. Il soprano Marisol Montalvo è bravissima nel cogliere il lirismo concentrato, visionario, espressionistico della scrittura vocale, che si muove tra sussurri, frasi parlate, squarci lirici, cellule brevi e disarticolate

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Pubblicato il 2015-05-04 Scritto da

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