di Redazione

menottiDurante il Novecento L’Italia ha dato i natali a delle personalità quasi leggendarie in campo musicale, come per esempio Giacomo Puccini, Nino Rota ed Ennio Morricone. In questo periodo si sono affermate anche altri compositori che, nonostante siano meno blasonati o conosciuti di altri, hanno dato gran lustro alla nostra penisola attraverso la loro genialità. Gian Carlo Menotti ne è stato chiaro esempio. In questo CD si ha il piacere di ascoltare tre delle sue opere più rappresentative: The Telephone, ou L’Amour à trois, i Poemetti per Maria e il Trio per violino, clarinetto e pianoforte.

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Nato nel 1911 in una famiglia benestante produttrice di caffè, Menotti studiò al Conservatorio di Milano e al  Philadelphia’s Curtis Institute of Music, dove incontrò Leonard Bernstein e Samuel Barber, con cui ebbe una relazione che durò più di quarant’anni. Durante la sua carriera ricevette numerosi premi e onorificenze fra cui un Pulitzer e la copertina del Time, e fu il fondatore, nel 1958, del prestigioso Festival dei due Mondi di Spoleto. La prima traccia presente in questo CD, The Telephone, ou L’Amour à trois, non è solo testimone della bravura compositiva di Menotti, ma anche della lungimiranza dimostrata nel trattare certi temi da librettista: la vicenda infatti è improntata sulle vicende del povero Ben, desideroso di dichiararsi a Lucy ma continuamente interrotto dallo squillare di un telefono capriccioso. L’ingerenza della cornetta nella vita quotidiana è perfettamente caratterizzata dall’ottima performance di Cinzia Forte e Marco Camastra e del direttore Fabrizio Maria Carminati, molto abile nel rendere a pieno le grandi potenzialità dell’orchestra sinfonica di Bergamo. La rappresentazione infatti particolarmente briosa e disimpegnata, adatta anche a chi non è avvezzo all’ascolto di opere liriche.

La stessa facilità di ascolto può essere riscontrata nei i Poemetti per Maria, composti nel 1937, Il tema dell’infanzia è sempre stato molto caro al compositore: è del 1951 infatti l’opera Amahl and the night visitors (Amahl e i visitatori notturni) che divenne nel 1971 l’opera più rappresentata in assoluto negli Stati Uniti). Questi poemetti, degni prodromi di tale successo, pongono la loro base in un’innata inventiva melodica, che ci ricorda di come Menotti abbia composto la sua prima opera lirica a 11 anni: 12 splendide miniature innervate su altrettanti rimandi extramusicali, splendidamente eseguite dal pianista Marco Sollini. Il brano Winter wind presenta una tale icasticità da poter essere usato senza problemi in una pubblicità

Di tutt’altro stampo è il Trio per violino, clarinetto e pianoforte, composto nel 1996. Il primo movimento, denominato Capriccio, si apre con una sinuosa melodia al clarinetto, quasi fosse una domanda. In seguito, dopo un piccolo intervento del pianoforte, è il violino che riprende il tema, variandolo. Si assiste così a una meravigliosa disputa fra due strumenti, violino e clarinetto, nella quale il pianoforte fa da moderatore. Ottima la resa del Trio, il cui affiatamento è a dir poco magistrale.

La musica qui proposta, ottimamente resa da musicisti di altissimo livello, rappresenta in maniera inequivocabile che, nonostante sia difficile e molto spesso faticoso cercare qualcosa di nuovo (o riscoprire qualcosa di vecchio), ne vale davvero la pena. Chapeau!

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Pubblicato il 2016-02-24 Scritto da LorenzoGalesso

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