Esce in edizione critica un successo strumentale dell’operista giovane
Prosegue la pubblicazione in edizione critica dei concerti per flauto di Saverio Mercadante, di cui ora è disponibile anche il Concerto in Re maggiore per flauto e orchestra a cura di Mariateresa Dellaborra che ci introduce alla scoperta dell’opera: «Probabilmente nel 1819, verso la fine del cursus studiorum presso il Reale Collegio di musica di Napoli, Saverio Mercadante ebbe l’onore di vedersi pubblicare una propria composizione: il “Sesto Concerto di flauto con accompagnamento di 2 violini, viola, oboe, corni e basso”. Lo stampatore napoletano Girard, sicuro del successo, si fece carico dell’edizione e la pagina contribuì senza dubbio a consolidare la fama internazionale dell’emergente compositore oltre che a fornire un significativo contributo all’esiguo repertorio strumentale coevo.
Rispetto ai precedenti concerti, il sesto, in Re maggiore, offre per lo meno due importanti elementi di distinzione: il solista non affronta passi di virtuosismo acrobatico, pur impegnato in una scrittura solistica molto ardua; l’orchestrazione è più originale e complessa. Gli strumenti sono infatti impiegati in modo molto vario mediante, ad esempio, una puntuale suddivisione tra la sezione grave e acuta degli archi, un differente ruolo assegnato ai violoncelli e ai contrabbassi e brevi passaggi solistici affidati ai fiati. Il brano si compone dei consueti tre movimenti (Allegro maestoso – Andante alla siciliana. Largo – Polacca. Allegro brillante), il più complesso dei quali è indubitabilmente il primo sia per l’articolata elaborazione, sia per il trattamento dei timbri, sia per la struttura formale che riproduce lo schema della forma-sonata, sia infine per l’impegno virtuosistico.
Il secondo si staglia per la delicata bellezza e la grazia dell’invenzione tematica; il terzo sviluppa con felicità inventiva la Polacca, la forma più amata da Mercadante a conclusione dei suoi pezzi orchestrali. Oltre che dall’ottocentesca copia a stampa, il concerto è tramandato in due esemplari manoscritti conservati nella biblioteca del Conservatorio di musica “San Pietro a Majella” di Napoli: uno autografo e l’altro datato 1834, testimonianza di una prolungata circuitazione e di un costante apprezzamento della composizione. Secondo i criteri adottati all’interno dell’edizione critica integrale delle composizioni per flauto e orchestra di Mercadante, di cui il Sesto Concerto in Re maggiore rappresenta il quarto volume, nell’introduzione e nell’apparato critico si ripercorre la genesi dell’opera, si indaga sul suo significato nel contesto della produzione dell’autore, si dà conto di tutti gli elementi utili per una sua corretta esecuzione, fornendone infine una lezione attendibile».
Courtesy Edizioni Suvini Zerboni