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Portare la musica dove la terra ha tremato e distrutto: centinaia di musicisti sotto la direzione di Carlo Zappa hanno eseguito Mozart, Mahler, Strauss. Prima esecuzione di 5.9 (come la magnitudo della scossa del 29 maggio) del compositore Andrea Gerratana e Tin bota (tipica espressione dialettale modenese per dire “tieni duro”) di Antonio Disabato
di Irene Sala
S e non erano proprio mille, poco ci mancava! Centinaia i leggii nello sterminato, bucolico e assolato campo (su cui posano qua e là le “balle di fieno”) di Concordia sulla Secchia (Mo) dove il 30 giugno 2012 dalle ore 17 ha preso corpo una compagine orchestrale e corale del tutto insolita, pronta a provare per la prima volta insieme e a dar vita all’ “Orchestra dei mille”, quasi a richiamare la risorgimentale spedizione garibaldina. Il concerto, programmato per le ore 19, ha portato la musica proprio lì dove la terra tremò e dove molti hanno perso tutto, tra cui la musica stessa: scopo meritevole raccogliere fondi perché la Fondazione Scuola di musica Andreoli, che riunisce 800 allievi provenienti da nove comuni terremotati, possa finanziare alcune borse di studio. L’orchestra, inoltre, si rende disponibile a suonare l’Ottava sinfonia di Mahler, detta la “Sinfonia dei mille”, in uno qualsiasi dei comuni colpiti che vorrà ospitarla.

Sul “podio” (in realtà due sospensori di diversa altezza!), a dirigere con entusiasmo Carlo Zappa, molto attivo in Lombardia e nel milanese. È proprio Milano la città da cui è sbocciata l’iniziativa di solidarietà verso i colleghi modenesi, su input di alcuni intraprendenti giovani musicisti. Complici i social network e il web, mezzi sempre più potenti per far dilagare a “costo zero”, in tempo reale e in ogni luogo le notizie, sono accorsi da tutta Italia (e qualcuno anche dall’Europa, in particolare dalla Polonia) musicisti volontari, che hanno potuto “scaricare” le parti da studiare dal sito internet di riferimento e ricevere tutte le informazioni necessarie: un’organizzazione degna di lode.

Il differente grado di preparazione dei musicisti dell’orchestra, tra cui si annoverano professionisti affermati che hanno aderito in silenzio, amatori di tutte le età e allievi diversamente abili della scuola di musica, e le prove estemporanee non hanno costituito un ostacolo reale all’esibizione. Le musiche in programma sono state scelte pensando a un repertorio noto (che più o meno tutti possono avere sotto mano) e al vasto organico a disposizione, oltre che alla valenza simbolica.
È chiaro che non è la perfezione esecutiva del concerto il focus su cui concentrarsi, ma l’intensità emotiva scaturita dalla condivisione dell’obiettivo comune e dal potente spirito di aggregazione vissuto dagli artisti e trasmesso alle autorità e al pubblico presenti. Dopo l’incoraggiante e patriottico Inno di Mameli, la fanfara di apertura “Einleitung” dal poema sinfonico di Richard Strauss Così parlò Zarathustra : dal Super-io nietzschano s’invoca un nuovo inizio per ricostruire all’insegna del “Super-noi” collettivo. La preghiera per le vittime del sisma risuona tra le note di una delle più toccanti e struggenti pagine sacre della storia della musica: il Lacrimosa, dal Requiem incompiuto di Mozart, seguito dall’aria di Almerina “Lascia ch’io pianga” dal Rinaldo di Händel. È Mahler a lanciare un messaggio di speranza per una vita felice a contatto con la natura nella terza sinfonia, di cui viene eseguito l’Adagio lirico e sonoro.
Sono stati composti per l’occasione due inediti: 5.9 (come la magnitudo della scossa del 29 maggio) del giovane compositore siciliano Andrea Gerratana, in cui la malinconica melodia viene interrotta di colpo dall’esplosione alle percussioni e Tin bota (tipica espressione dialettale modenese per dire “tieni duro”) di Antonio Disabato, che dopo il caos e fragore sonoro si carica di serenità, speranza e salvezza nel finale. Gli ultimi brani chiamano una metaforica rinascita: l’Hallelujah dal Messiah di Händel, l’Inno alla gioia di Schiller messo in musica da Beethoven nella Nona sinfonia ed infine non poteva mancare l’emiliano Giuseppe Verdi, con la monumentale Marcia trionfale di Radamès e delle truppe egizie dall’Aida e il coro Va, pensiero dal Nabucco.
La musica classica si riscopre capace di unire ed entusiasmare anche a livello popolare, e si spera che l’attenzione mediatica straordinaria che il concerto ha scatenato contribuirà a non far spegnere i riflettori sulla zona della “Bassa” modenese ancora fortemente ferita dal sisma.
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