News • Opera, balletto, concerti: oltre duecento gli appuntamenti della nuova programmazione del teatro genovese presentata ieri mattina
di Ilaria Badino
Il buongiorno si vede dal mattino. Se non altro, ciò farebbe sperare il clima insolitamente disteso e lieto che, ieri a mezzogiorno, aleggiava nel foyer principale del Carlo Felice in occasione della presentazione ufficiale della stagione lirico-sinfonica 2013-14. Strano a dirsi, dopoché tensioni già da tempo più che palpabili sono sfociate negli ultimi mesi in prese di posizione fortemente contrastanti tra le varie parti in causa ed hanno in tale veste infarcito le cronache dei quotidiani locali. Dalla cartella stampa fa capolino un bel motto, che colpisce positivamente ancor più dell’effettivo pay off («Esserci è un’altra cosa»): «uno per tutti». Un poco dumasiano, chimerico, francosciovinista e quindi difficilmente importabile in un Paese come il nostro che, al contrario, s’è sempre trascinato a suon di egoistici «Ognuno per sé e Dio per tutti». Tant’è: sono sempre stati i momenti di profonda difficoltà quelli in cui gli italiani hanno saputo stringersi a coorte. Sarebbe davvero venuto il momento di farlo anche qui, ora. Ma passiamo dalle elucubrazioni utopistiche ai fatti (perlomeno, così come adesso sulla carta).
Esordisce il Sindaco Marco Doria, che nella conferenza stampa di ieri mattina ha visto un atto dovuto (il teatro lirico di Genova è, anche per posizione geografica, centrale per la cultura della città) e, al contempo, un segnale di speranza: solo dando ai potenziali fruitori una rosa di titoli a cui abbonarsi o tra cui scegliere una o più performance, il teatro potrà attingere alle fondamentali risorse dello sbigliettamento e, massimamente, dei finanziamenti statali, i quali saranno regolati dalle linee guida di un decreto in attesa di diventare legge a tutti gli effetti ai primi di ottobre. Il primo cittadino, inoltre, afferma con orgoglio che il Comune, per il 2013, ha approvato per il Carlo Felice un bilancio identico a quello dell’anno precedente nonostante la crisi economica galoppante. Il Segretario Artistico Giuseppe Acquaviva entra nel merito della programmazione annunciando che, nei prossimi mesi, si dipaneranno duecentotredici appuntamenti tra sala grande, foyer ed Auditorium Montale. Il Direttore Onorario Fabio Luisi aprirà la stagione operistica con il collaudato Rigoletto per la regia di Rolando Panerai e si prodigherà per le acciaccate sorti culturali del suolo natìo anche in tre concerti sinfonici, il primo dei quali sarà, il 27 ottobre, una Messa di Requiem verdiana in coproduzione con l’Opéra di Nizza. Andrea Battistoni, Direttore Ospite Principale, salirà sul podio per il concerto di Capodanno, per una serata sinfonico-corale dedicata a Rossini e a Verdi e per accompagnare Vadim Repin, astro russo del violino firmato Deutsche Grammophon, in pagine di Prokof’ev. Tra gli altri nomi notevoli che animeranno l’ampio ventaglio della proposta sinfonica, Sergej Krylov, Alexander Lonquich, Olli Mustonen, Enrico Dindo, il glamourosissimo David Garrett, Shlomo Mintz, Manfred Honeck assieme a Mario Brunello, Wayne Marshall e quel gran genio indomito di Stefano Bollani in un promettente programma novecentesco. Una via di mezzo che sta prendendo piede negli anni di crisi e che viene ora abbondantemente adottata dall’istituzione genovese è l’economica ibridazione del concerto operistico o, a seconda dei casi, dell’opera in forma di concerto: nel primo alveo rientra il Verdi Gala del 12 gennaio 2014 con Leo Nucci e Desirée Rancatore che, sotto la bacchetta di Roberto Rizzi Brignoli, canteranno arie e duetti dalla Traviata e da Rigoletto; al secondo riconduciamo il Puccini Gala, in cui saranno eseguiti Suor Angelica e Il tabarro e che segnerà il ritorno in Italia della temperamentosa desaparecida Aprile Millo, nonché il Donizetti Gala, nell’ambito del quale Mariella Devia s’esibirà diretta da Andriy Yurkevych. È curioso notare come l’ucraino, ultimo di tutta una serie di favoriti dalla Gruberova – che della Devia è quasi coetanea e “storica rivale” – sia sempre più spesso a fianco del soprano ligure.
Vera opera d’apertura (dicembre/gennaio) è tuttavia da considerare Otello, maestosa manovra d’importazione valenciana per quanto riguarda sia l’efficace messinscena di Davide Livermore che il glorioso cast capitanato da Gregory Kunde, Maria Agresta e Carlos Álvarez; dirige Battistoni, così come nell’altro titolo per il quale la regia sarà curata dal poliedrico artista torinese, ossia Carmen (maggio) con le glorie locali Sonia Ganassi, Francesco Meli, Serena Gamberoni e l’ispanico Simón Orfila. Si annoverano, inoltre, una Madama Butterfly (febbraio/marzo) basata sul recupero della versione bresciana del 1904, in cui lo scontro etnico al limite dell’insulto razzista sovrasta la storia d’amore – seppure infelice – così come perpetrata dalla tradizione esecutiva (protagonisti, gli autoctoni Daniela Dessì, Fabio Armiliato e Stefano Antonucci); Le nozze di Figaro (marzo) affidate ai giovani dell’EOS – Ensemble Opera Studio; il ripescaggio della Bohème (aprile) per la regia di Augusto Fornari, le scene e i costumi di Francesco Musante; Il barbiere di Siviglia (giugno) con l’intramontabile Almaviva di Antonino Siragusa, la Rosina di Elena Belfiore, il Bartolo di Roberto De Candia ed il Figaro di Domenico Balzani diretti dal belcantista doc Bruno Campanella in un allestimento che si avvarrà di scene disegnate dell’indimenticato Lele Luzzati.
Da segnalare anche le iniziative inerenti la danza classica: ad ottobre, il Balletto di Kiev porterà in punta di scarpetta sul palcoscenico genovese il dittico Shéhérazade di Rimsky-Korsakov/Carmen Suite di Bizet-Ščedrin; a novembre e a dicembre, puntuale l’appuntamento con il più natalizio dei balletti, ossia Lo schiaccianoci, su una però assai meno consueta superficie ghiacciata; a gennaio sarà il turno della Beijing Dance Academy, mentre a maggio di Biancaneve su musiche tratte dalle Sinfonie di Mahler con l’audace coreografia di Angelin Preljoçaj, che pesca spunti nientepopodimeno che dal fumetto e dal pulp.
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