Con la direzione di Antonello Manacorda e la regìa di Damiano Michieletto è andata in scena ieri sera al Teatro La Fenice l’opera di Mozart
di Elena Filini foto © Michele Crosera
GLI ESAMI NON FINISCONO MAI. E il concetto di buona scuola non l’ha certo inventato il governo Renzi ma la Rivoluzione francese, che per la prima volta ha strappato al controllo della Chiesa l’istruzione. All’appello del pubblico veneziano Damiano Michieletto e il suo staff presentano Die Zauberflöte, destinata ad essere ricordata come una delle sue migliori intuizioni. Una storia iniziatica che, se ha la leggerezza della favola, gode di una concezione d’impianto di raro acume che si ancora appunta alla Rivoluzione francese e alla riforma dell’istruzione in senso laico. Le avventure di Tamino e Pamina si svolgono all’interno di una scuola. Intonaci scrostati, stile “pubblico” sgarrupato, i due studenti di un college devono vedersela con la roccaforte religiosa del sapere (impersonata dalla Regina della Notte istitutrice e le tre dame badesse) e con la cultura laica che ha le fattezze di Sarastro, preside filosofo.
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