di Lorenzo Galesso
Quando si pensa alla Spagna è normale pensare alla chitarra, così come è naturale pensare all’Italia quando si parla di Bel Canto o a Mozart quando si descrivono i fasti della musica austriaca. Il forte legame fra le sei corde e la penisola iberica si è creato sia grazie all’operato dei grandi compositori e concertisti, Segovia su tutti, ma anche grazie ai liutai che hanno gradualmente innovato, e che tuttora innovano, la struttura organologica dello strumento. In questo cd – A Spanish Portrait – Attademo ci parla del formidabile Antonio de Torres, leggendario costruttore di chitarre, attraverso le musiche dei compositori che hanno reso gloria ai suoi strumenti.
Come si evince dal pregevolissimo booklet allegato al CD, questo disco è frutto di un percorso concertistico ed espositivo concretizzatosi nella mostra intitolata Torres, lo Stradivari della chitarra moderna, tenutasi presso il Museo del violino di Cremona dal 15 settembre 2017 al 14 gennaio 2018: Antonio de Torres merita a pieno titolo il paragone con Stradivari poiché fu uno dei liutati che definì le caratteristiche della chitarra moderna, contribuendo ad alzare il livello della produzione organologica e promuovendo i nuovi strumenti attraverso grandi personalità del mondo musicale dell’epoca. Il primo interprete che si fece interlocutore di Torres fu Julián Arcas, chitarrista e compositore famoso per la sua Fantasía sobre motivos de la Traviata, spesso erroneamente attribuito a Francisco Tárrega. In questo caso Attademo propone la Fantasía sobre El paño o sea Punto de La Habana, opera dove emergono chiaramente le influenze popolari e il virtuosismo caratterizzanti la musica di Arcas. Si procede poi con El Delirio di Antonio Cano, uno dei primi esempi di tremolo, seguito poi da otto brevi brani di Francisco Tárrega, inframezzati dalla Danza Española n°5 di Enrique Granados. Tárrega rappresenta, con Miguel Llobet, il più importante esponente del chitarrismo spagnolo del XIX secolo; come riportato nel libretto, Tárrega non era ancora molto famoso quando incontrò Torres. La chitarra che il liutaio gli offrì, la FE17, contribuì in maniera determinante all’affermazione del chitarrista valenzano, grazie alla sue straordinarie caratteristiche organologiche. I brani di Tárrega scelti da Attademo sono alcuni fra i più famosi, come per esempio Endecha, Adelita o Marieta, resi famosi dalle registrazioni di Andrés Segovia, il leggendario chitarrista che ha portato in auge la Spagna nel mondo della musica. Capostipite del concertismo chitarristico moderno è però Miguel Llobet, musicista dalla tecnica e sensibilità sopraffina. Di questo compositore Attademo ci propone diversi brani brevi, come per esempio la Cançó del lladre ed El testament d’Amelia, ma soprattutto le Variaciones sobre un tema de Sor. Questo brano presenta delle difficoltà tecniche molto elevate, date dall’utilizzo di particolari mezzi espressivi estramemente innovativi, come per esempio l’esecuzione di una variazione attraverso la sola mano sinistra.
Durante l’ascolto del Cd si ha l’impressione di poter udire i brani di questi grandi compositori nella maniera più fedele e storicamente informata possibile: Attademo infatti fornisce non solamente il suo alto magistero chitarristico sugli strumenti d’epoca, ma anche una conoscenza approfondita delle musiche e della loro prassi esecutiva. Il risultato è senza dubbio affascinante, poiché l’artista è riuscito a unire la performance musicale alla ricerca musicologica, tratteggiando una prospettiva poliedrica del fenomeno chitarristico e liuteristico della Spagna dell’Ottocento. Cosa che è sicuramente degna di ammirazione.
Pubblicato il 2018-09-26 Scritto da LorenzoGalesso