di Redazione
La maggior parte dei pianisti, favorita dall’ineludibile eufonia della scrittura, consegna interpretazioni della musica di Debussy variamente oscillanti tra “struttura” ed “evocazione”; sono più spesso i direttori di orientamento modernista a radicalizzare il corno più problematico di questa antitesi, fino a proporre lo stile debussyano come “musica assoluta” (le famose interpretazioni di Pierre Boulez, per esempio). In questo senso, il recente CD/DVD Shadow’s Mistery (LIMEN – CDVD015C015) di Letizia Michielon costituisce un autentico choc. Nel secondo libro dei Preludi di Debussy Michielon scopre le ragioni di un logos strutturale tutto debussyano, scovandole anche dietro le “ombre” e i “misteri”. Con lo stesso gesto, tuttavia, la pianista restituisce anche le intenzioni referenziali di queste pagine, senza enfatizzarle e inglobandole piuttosto nella dominante istanza razionale.
Un “boulezianesimo ben temperato”, insomma, che tiene fermo l’assunto secondo cui i dati culturali a monte dell’opera non vanno negati, e tanto meno va rimosso il simbolismo decadente – come invece l’ideologia dell’avanguardia sembra imporre all’interpretazione di tendenza “progressista” -; i simboli, qui, sono semmai trasfigurati nella trama della forma. Il principio fondamentale di questa quadratura del cerchio risiede in un’inflessibile connessione della linea motivica: Michielon riesce a esprimere continuità anche nei cambi di registro e di testura che tendono a frammentare l’insieme e inducono altri interpreti ad esaltare l’attimo ipnotico e irrelato. Persino La valse di Ravel, che completa il disco, trova qui una misura classica: esecuzione ammirevole ma meno originale rispetto ai Preludi debussyani, dove una cifra esegetica personale si distingue più chiaramente sia per la commessura tra ordito costruttivo e intenzioni mimetiche, sia per la percepibile coerenza di ciclo. Decisamente auspicabile per Michielon anche un’incisione degli Études, il lascito estremo e apparentemente meno simbolista del Debussy pianistico.
Pubblicato il 2015-01-30 Scritto da SantiCalabrò