RIP • Si è spenta ieri a Parigi all’età di 86 anni la celebre Grande Dame dell’organo
di Barbara Babic
Nata a Saint-Germain-en-Laye (la città natale di Claude Debussy) il 10 agosto del 1926 in una famiglia di musicisti – tutti in primo luogo organisti – si avvicina allo strumento in tenera età, dimostrando fin da subito un talento fuori del comune, tanto da sostituire il padre all’organo della città natale già all’età di dodici anni. Prosegue brillantemente gli studi al Conservatorio di Parigi, prima sotto la guida di Maurice Duruflé, poi con Marcel Dupré, ottenendo per quattro volte il Premier prix du Conservatoire national supérieur de musique et de danse de Paris in organo, improvvisazione, fuga, armonia.
A ventiquattro anni inizia un’intensa attività concertistica, che la porterà a tenere più di 2.000 concerti durante la sua carriera, da subito ricca di riconoscimenti da parte del pubblico, della critica e nell’ambito di concorsi internazionali. Nel 1954 incide il suo primo disco con opere di Johann Sebastian Bach, il primo di una discografia sterminata che abbraccia un arco di tempo vastissimo, dal Cinquecento al primo Novecento. Accanto alle integrali di Bach (registrate tre volte nel corso della carriera, che le faranno ottenere il Premio Edison di Amsterdam nel 1968 e nel 1973), Buxtehude, Couperin, Pachelbel, Mendelssohn, Franck, spiccano anche preziose incisioni di opere di Messiaen, Liszt, Widor e molti altri. La prematura scomparsa del fratello, Jehan Alain (1911-1940), uno dei più importanti organisti e compositori francesi della sua generazione, porterà Marie-Claire a dedicarsi con passione alla sua memoria e all’esecuzione ed incisione delle sue musiche.
Significativa anche l’attività didattica, costituita da molte masterclasses, l’insegnamento di organo all’Accademia di Haarlem tra il 1956 e il 1970, e la fondazione dell’Accademia Johann Sebastian Bach a Saint-Donat. Numerosissime le onorificenze (Membro della Reale Accademia di Musica di Svezia e Membro onorario della Reale Accademia di Musica di Londra, Commendatore dell’Ordine delle arti e delle lettere in Francia), le lauree honoris causa e i premi (Premio Bach, 1951; Premio Liszt, 1987; Premio Léonie Sonning per la musica, 1980). In seguito all’insorgere del morbo di Alzheimer, Marie-Claire Alain annuncia nel 2009 l’abbandono dell’attività concertistica. Una delle più grandi organiste del nostro tempo, un’elegante virtuosa e improvvisatrice, eccellente didatta, che grazie alla sua dedizione per la ricerca, in un continuo ripensarsi e ripensare la musica, ci ha lasciato non solo una notevole eredità discografica, ma anche un grande esempio e modello di musicista completa.
Jehan Alain accompagnò con queste parole le sue LITANIES, qui magistralmente eseguite dalla sorella Marie-Claire:
“Quand l’âme chrétienne ne trouve plus de mots nouveaux dans la détresse pour implorer la miséricorde de Dieu, elle répète sans cesse la même invocation avec une foi véhémente. La raison atteint ses limites. Seule la Foi poursuit son ascension.”
… Torino, lunedì 30 settembre 1991: Marie Claire Alain inaugura l’ottava edizione del Festival Organistico Internazionale presso il Santuario di Santa Rita (che nel 2013 festeggerà il trentennale). All’epoca lo Zanin a 4 tastiere dalle straordinarie risorse foniche dotato di un moderno sequencer era nuovo di zecca (lo aveva inaugurato J. Guillou nel marzo del 1990). Quante emozioni e che ricordi…. Marie-Claire suonò Bohm, poi Buxtehude (BuxWV 149), una manciata di Corali bachiani dall’autografo di Lipsia: chiarezza assoluta di fraseggi, rigore e magnetismo nel contempo. Poi il visionario e ispirato Messiaen (Le Banquet céleste) e le due Fantaisies JA 72 e Ja117 di suo fratello, Jehan Alain, geniale e poeticissimo compositore prematuramente scomparso a soli 29 anni in guerra, all’inizio del 2° conflitto mondiale… E Marie-Claire ne ha sempre perpetuato amorevolmente la memoria suonando in ogni angolo del mondo le musiche di questo artista solido che assieme a Messiaen e Langlais costituiste la santa Trinità della musica organistica del ‘900…. In queste sere sono andato a riascoltarmi i due bei CD che Marie-Claire ha dedicato all’opera di Jehan (ERATO) ed ho ritrovato la freschezza di quella sua performance torinese del 1991 coronata da un delizioso Duruflé: quale pezzo? Mais bien sur, Il Preludio e fuga sul nome A.L.A.I.N op. 7. Grazie Marie-Claire per le emozioni che ci hai donato in una vita dedita alla musica. E chissà adesso di quale musica celeste potrai gioire… ora che hai varcato la soglia… chissà se nell’altra dimensione, nella dimensione eterna, hai già incontrato Bach e Mendelssohn, Franck e Messiaen e tuo fratello Jehan… magari state già pensando a grandi cicli di concerti… prima o poi tutti ci ritroveremo, e se l’arte già qui talora prefigura l’Assoluto, massimamente quando nell’Assoluto saremo tutti compresi… e contempleremo (ci piace crederlo) il Volto di Dio anche attraverso la musica…
Ho ascoltato per la prima volta dal vivo Marie-Claire Alain nel 1962, poi in altre occasioni. Ma il ricordo più bello di questa straordinaria organista è legato alla visita da lei guidata all’organo della famiglia Alain (costruito dal padre Albert) ora conservato in Svizzera. La bravura della musicista era per lo meno pari alla sua eccezionale comunicativa e vivacità intellettuale.
Quando un grande ci lascia, ci sentiamo tutti più piccoli !