Concerti • In omaggio a Verdi, con la Messa di Requiem, ha preso il via dall’Auditorium “Toscanini” la nuova programmazione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale a Torino
di Attilio Piovano
E dire che Torino fu da sempre città…wagneriana. Ma in questi giorni sta svolgendo egregiamente il suo ruolo nell’ambito del 200° della nascita di Verdi. E in concomitanza del compleanno (giovedì 10 ottobre) ecco la superlativa Messa di Requiem ad aprire una nuova grande stagione dell’OSNRai che si rivela fitta di bei nomi del solismo internazionale. Sul podio Juraj Valčuha ha colto un ampio successo alla guida di un complesso perfettamente all’altezza della situazione, per fluidità dinamica, possanza, ma anche morbidezza di timbri e rarefatte estenuazioni sonore, affiancato dal ben coeso Coro Filarmonico Cèco di Brno, ammirevole per chiarezza e precisione (maestro del coro Petr Fiala). Pianissimi da brivido, fin dall’emozionante esordio, poi il commovente Requiem aeternam sillabato a fior di labbra, sino al fantomatico Libera me e per contro telluriche esplosioni sonore come nel celeberrimo e vasto Dies irae e in quegli altri momenti di forte tensione emotiva in cui la partitura si fa incandescente come un magma sonoro di sovrumana bellezza: e così sono emersi al meglio gli echi dal mondo teatrale, a partire da Don Carlos, che qua e là occhieggiano dalla partitura.
E ancora: il Novecento storico di Fauré, Stravinskij, Prokof’ev, Ravel, Lutosławski. Tra i solisti Maria João Pires, la star nipponica Yuja Wang, Pletnev e Arcadi Volodos
Apprezzato il quartetto vocale dei solisti (nonostante qualche lieve sbandamento nei passi insidiosi a voci scoperte): il soprano cinese Hui He dall’energica emissione, ammirata per la potenza sonora, ma anche per delicatezza di tinte e afflato lirico (pazienza per una défaillance su una nota sovracuta di impervia difficoltà), il mezzosoprano Marianna Pizzolato dai bellissimi suoni filati e dalla stupefacente timbratura, il tenore Francesco Meli dallo squillo infallibile e dal vasto spettro di registri (appena qualche eccesso di enfasi pseudo verista, qua e là), mentre il basso ucraino Aleksander Tsymbalyuk rivela un vibrato talora eccessivo e un’emissione a tratti un po’ appannata. Emozioni nel delicato terzetto Quid sum miser, bene il soave Salva me contrapposto al vigore del Rex tremendae, coinvolgente la vigoria ritmica del Sanctus e toccante il soffuso Agnus, il mirifico Lux aeterna quindi la Fuga affrontata con impressionante sicurezza, poi l’epilogo su un attonito pianissimo.
Un’esecuzione a tutto tondo, una Messa di Requiem in 3d della quale conserveremo a lungo memoria: preludio a una stagione destinata a protrarsi sino a fine maggio 2014 con un repertorio che spazia da Bach al contemporaneo affrontando in primis la grande letteratura sinfonica, da Haydn e Mozart sino a Mahler e Strauss, passando per Mendelssohn, Bruckner, Brahms, Musorgskij, Dvorák, Rimskij, Elgar e molti altri. E ancora: il Novecento storico di Fauré, Stravinskij, Prokof’ev, Ravel, Lutosławski. Tra i solisti Maria João Pires, la star nipponica Yuja Wang, Pletnev e Arcadi Volodos, le violiniste Isabelle Faust e Gotō Midori. Quanto a direttori da segnalare nomi del calibro di Jukka-Pekka Saraste, del texano Axelrod, Roberto Abbado e Lonquich in doppia veste di direttore e solista. Tutti i dettagli sul sito www.osn.rai.it.
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