di Luca Chierici
Già noto in Italia come violinista (aveva suonato con la Filarmonica della Scala nel 2019 e nel 2021 anche sotto la guida di Chailly), il viennese Emmanuel Tjeknavorian, ventinovenne, è stato nominato Direttore Musicale dell’Orchestra Sinfonica di Milano con un esordio di lusso di fronte alla Milano musicale che conta e con un programma – interamente diretto a memoria – centrato sui nomi di Richard Strauss e di Wagner, ponendo in risalto il virtuosismo dell’orchestra attraverso un impaginato raffinato che comprendeva l’Eine Faust-Ouvertüre e il famoso finale del Tristano preceduto dall’altrettanto famoso Preludio. Forse l’errore più notevole è stato quello di separare il programma in due parti completamente opposte, dove il gesto preciso ma piuttosto secco di Tjeknavorian si è salvato con alcune morbidezze che hanno restituito il significato più intimo del Tristano. E qui si è subito notata una notevole affinità, quasi un amore a prima vista tra orchestra e direttore, senza impatto visibile con la posizione eretta e piuttosto rigida che si sarebbe voluta più morbida e partecipe al discorso musicale, soprattutto nella prima parte del Preludio e del Liebestod.
Di carattere completamente diverso erano la suite dal Rosenkavalier e il Till Eulenspiegel di Strauss dove i singoli solisti dell’orchestra hanno dato prova di eccellenza (citiamo il violino di Luca Santaniello) e dove soprattutto il direttore si è lanciato in un Cavaliere della rosa brioso e a tratti burlesco (e altrettanto dicasi per il Till Eulenspiegel) utilizzando le magìe del rubato e insistendo sulla differenziazione strumentale nel Till.
Tjeknavorian saprà sicuramente lavorare al meglio con una orchestra che già lo ama, ma lo vorremo ascoltare anche nel repertorio classico e in tanti altri momenti che verranno affrontati via via, a partire dal concerto inaugurale della nuova stagione che si terrà a settembre alla Scala. Il successo di pubblico è stato via via crescente e lascia di certo sperare in futuro pieno di nuove sorprese.