Il violinista in Piazza Duomo con la Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Chailly
di Luca Chierici
Come tutti i concerti all’aperto, l’ultimo appuntamento musicale dedicato ai milanesi in Piazza del Duomo ha riscosso un grande successo per diversi motivi, non ultimo quello di essersi svolto in condizioni climatiche ideali, con tanto di luna sullo sfondo di un cielo azzurro e senza nuvole. L’acustica, si sa, è quella che è, ossia modificata attraverso l’uso di microfoni, uno dei quali (quello appiccicato al violino solista) visibilissimo sugli schermi ad alta definizione posti ai lati del palcoscenico. Ma il risultato complessivo è stato davvero lodevole, con una Filarmonica della Scala in gran forma, uno Chailly entusiasta e padrone dello “strumento” che gli è stato affidato. Ma soprattutto un solista, David Garrett che ha portato al delirio una piazza gremita di fan che vedono giustamente in lui un vero e proprio paladino di una musica senza confini.
Quello che ci importa di più è che David Garrett, a parte il numero dedicato alla discutibile contaminazione del Capriccio n.24 di Paganini, si è rivelato essere un ottimo interprete del Concerto di Bruch, un momento musicale di indubbia, felice ispirazione melodica e di costruzione formale efficacissima. Come si è potuto riscontrare da tempo nel campo dell’opera lirica, un tenore di bell’aspetto oltre che di eccellente qualità vocali, aggiunge fascino al risultato puramente canoro. Così Garrett, cui non mancano certo doti naturali di bellezza e simpatia, è sembrato incarnare al meglio la figura del concertista che ammalia le folle, un po’ come deve essere accaduto centosessant’anni fa quando Franz Liszt si esibiva alla Scala. In questo caso non c’è che da unirsi al coro plaudente e congratularsi con lui per i risultati ottenuti in contesti musicali apparentemente così distanti tra loro. (David Garrett, Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Chailly, Piazza Duomo, 30 Maggio 2015)
L’interpretazionedel Capriccio 24 di Paganini è stupenda! David Garrett si alterna tra il classico e il moderno con risultati eccellenti quslsiasi brano affronti, ha alle spalle lunghissimi anni di concerti classici, ha avuto insegnanti del calibro di Zakhar Bron, Ida Hendel , Isaac Stern e Itzhac Perlman. Si è diplomato alla Julliard Scool di N.Y. è apprezzato da grandissimi direttori d’orchestra. Siamo entusiasti di sapere che nel 2018 terrà concerti in Italia, dopo una assenza dal palco di ben 9 mesi per problemi di discopatia. I concerti che terrà sono concerti crossover dove interpreta brani classici e moderni arrangiati per lo spettacolo con una band di valenti musicisti! Il Maestro in questo modo avvicina i giovani che mai andrebbero ad un concerto di musica classica. Per lui non esiste una differenza tra vari generi musicali, ma ritiene che c’è differenza tra la buona musica e quella che non è buona. Insomma siamo di fronte ad un innovatore come innovatore era Paganini.