di Lorenzo Galesso
Quando ascoltiamo un brano di musica antica è come se ci immergessimo in epoche che non esistono più. Il Quartetto di liuti da Milano (formato da Giulia La Marca, Elisa La Marca, Renato Cadel ed Emilio Bezzi) ci riporta indietro di più di quattro secoli con il suo disco d’esordio, intitolato Vita de la mia vita e dedicato alla musica degli ultimi decenni del Cinquecento italiano.
La raffinatezza di queste musiche e la scelta di eseguirle in questa formazione atipica impongono una seppur breve spiegazione, che ci viene fornita dal Quartetto stesso nella persona di Renato Cadel, il quale nel booklet scrive:
Nella musica d’insieme del Cinquecento, il consort di strumenti uguali costituiva una delle espressioni musicali più auliche. Esso è infatti l’imitazione strumentale di un gruppo vocale e, per la sua omogeneità timbrica, declina a livello sonoro il principio neoplatonico dell’ Uno, elemento fondamentale della cultura e dell’estetica del rinascimento.
Obiettivo principale del Quartetto è quello di presentare al pubblico odierno un panorama sonoro sufficientemente ampio da rendere abbastanza fedelmente le modalità di fruizione coeve, soprattutto delle classi colte: è proprio fra i ceti elevati infatti che si diffonde il liuto.
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