Maurizio Pollini compie oggi settant’anni: è uno dei pochissimi musicisti-intellettuali italiani viventi della sua (e nostra) generazione. Intellettuale in una doppia accezione: uomo di estremo raziocinio – oseremmo dire nella musica e sui linguaggi dell’arte prima ancora che nell’interpretazione pianistica – e in una accezione più comune uomo di passione civile e politica, che a tratti si manifesta pubblicamente. A Roma mercoledì 18 gennaio Antonio Pappano con l’Orchestra di Santa Cecilia festeggerà i 70 anni di Pollini, interprete del Concerto K488 di Mozart. Ripercorriamo la carriera attraverso la sua discografia
di Vittorio De Iuliis
Ricca e vasta è la discografia di Maurizio Pollini. Accanto alle registrazioni ufficiali per EMI e Deutsche Grammophon, il pianista milanese è protagonista di un gran numero di bootleg, ovvero registrazioni non autorizzate di concerti dal vivo. L’esordio ufficiale è da neo-vincitore del concorso Chopin di Varsavia: nel 1960 incide per EMI il Concerto per pianoforte n.1 di Chopin con Paul Kletzki alla guida della Philharmonia Orchestra. Il grande successo dell’esordio è seguito (ancora per EMI), da un recital di brani chopiniani (Notturni opp.15&27, Ballata in sol minore, Polacche opp.44&53, 1968). Entrambi i dischi sono stati raccolti in un unico compact-disc pubblicato dalla stessa EMI.
Il passaggio alla Deutsche Grammophon (per la quale inciderà in esclusiva per tutto il resto della carriera) è sancito fin dagli anni ’70 dalla frequentazione di compositori che Pollini approfondirà nel corso degli anni. Il primo disco in assoluto è dedicato alla musica del Novecento (Settima sonata di Prokofiev, Tre movimenti da “Petrushka” di Stravinsky, 1971), cui seguirà un secondo capitolo nel 1976, con le Variazioni op.27 di Webern e la Seconda sonata di Boulez, destinato a ricongiungersi al primo con il passaggio al cd.
Nel 1972 inizia con gli Studi la lunga serie di dischi chopiniani, sempre per la DGG, che prosegue con Preludi (1974), Polacche (1976), Sonate nn.2&3 (1984), Scherzi (1990), Ballate (1999) e Notturni (2005). I dischi dedicati a Chopin non finiscono nel 2005, ma Pollini cambia direzione: non affronta l’integrale dei Valzer o delle Mazurke, ma registra un disco dedicato alle opere del periodo 1835–39 del compositore polacco: nel 2008 esce dunque “Opp.33-36&38”, che vede il pianista milanese impegnato per la prima volta in disco con Valzer, Mazurke e Improvvisi, e rileggere la Seconda sonata e la Seconda Ballata.
D’altro canto, fin dagli anni ’70 Pollini dedica la sua attenzione anche ad altre pagine importanti del repertorio pianistico: fondamentali sono i dischi dedicati alla musica del Novecento. Incide Debussy (Studi, nel 1992, il primo libro dei Preludi, nel 1998), Bartók (Concerti per pianoforte e orchestra nn.1&2 con Abbado e la Chicago Symphony Orchestra, 1977), Schönberg (Opere per pianoforte solo, 1974, e il Concerto per pianoforte e orchestra, con Abbado e i Berliner Philharmoniker, nel 1988), Berg (Sonata per pianoforte, insieme agli studi di Debussy nel disco del 1992), Nono (“Como una ola de fuerza y luz”, con Abbado e l’Orchestra della Radio Bavarese nel 1973 e “…sofferte onde serene…” allo Studio di fonologia di Milano nel 1979), Manzoni (la “Masse” per Varese, con Sinopoli e i Berliner Philharmoniker, nel 1980). Accanto a Chopin ed al Novecento musicale, Pollini sin dagli anni ’70 inizia la frequentazione discografica con il grande repertorio austro-tedesco.
Di Beethoven registra i cinque concerti, dapprima con i Wiener Philharmoniker guidati da Böhm (1976, Concerti nn.3-5) e Jochum (1982, Concerti nn.1&2), e poi con i Berliner di Abbado, nel 1992; inizia l’integrale delle sonate di Beethoven nel triennio 1975-77 con le “Ultime sonate” (nn.28-32), per poi proseguire nel corso degli anni, fino a registrarle quasi tutte (l’ultimo disco è del 2007, dedicato alle Sonate op.2, mentre mancano per ora all’appello le nn.4/9/10/16/18/19/20); nel 1999 è la volta delle “Variazioni Diabelli”. Accanto a Beethoven, c’è spazio per tre dischi dedicati ad alcuni concerti di Mozart (K459 e K488 con i Wiener diretti da Böhm nel 1976, K414/453/467/491, con i Wiener diretti dallo stesso Pollini nel 2005 e nel 2007). E poi Schubert (Fantasia “Wanderer” e Sonata D845, nel 1973, le ultime tre sonate D958-960, a metà anni ’80), e una scelta delle opere pianistiche di Schumann: all’esordio nel 1973 con la Sonata op.11 e la Fantasia op.17 seguono gli Studi sinfonici e la Fantasia in do maggiore (1983); è poi la volta del Concerto il la minore (con Abbado e i Berliner, 1989), per poi giungere ai più recenti (2000-2001) dischi dedicati a “Concerto senza orchestra”, “Davidsbündlertänze”, “Kreisleriana” e chiusi dal bellissimo e poco noto ciclo “Gesänge der Frühe”, capolavoro dell’ultima maturità del compositore tedesco. Da Schumann a Brahms: Pollini ha inciso già due volte entrambi i concerti (negli anni 1976 e 1979 con i Wiener diretti da Abbado e Böhm, rispettivamente Secondo e Primo concerto, e poi nuovamente nel biennio 1995-97 con Abbado e i Berliner) e si appresta a concludere una terza incisione iniziata nel 2011 con Thielemann e la Staatskapelle Dresden (per ora è uscito il Primo concerto, il Secondo dovrebbe seguire nel 2012); ed è proprio per uno dei capolavori di Brahms che Pollini si è concesso una rara incursione cameristica: è del 1980 il disco con il Quintetto per pianoforte e archi in fa minore, con il Quartetto Italiano.
Nel 1988 il pianista milanese incide il suo unico disco dedicato a Liszt, affrontando la Sonata in si minore e alcuni brani dell’ultimo periodo (“Unstern!”, “Nuages gris”, “La lugubre gondola” e l’omaggio a Wagner “Venezia”). Spazio a sé merita il lungamente atteso Clavicembalo ben temperato di Bach, che Pollini ha pubblicato nel 2009, limitatamente al primo libro.
Si segnala inoltre La donna del lago, opera di Rossini diretta al Festival di Pesaro e incisa per la Columbia (oggi Sony) nel 1983, con Pollini nell’inedito ruolo di direttore d’orchestra alla guida della Chamber Orchestra of Europe.
Tra le raccolte pubblicate da DGG si segnalano la Pollini Edition in 13 cd, che a una selezione delle registrazioni del pianista ha aggiunto due inediti di grande interesse storico: l’esecuzione del Primo concerto di Chopin nella finale del Concorso pianistico Chopin di Varsavia del 1960 e il Concerto in la minore di Schumann con Karajan, registrato dal vivo nel 1974. In occasione del settantesimo compleanno del pianista usciranno altri tre cofanetti dedicati rispettivamente a Chopin, alla musica del Novecento, e a una selezione personale del pianista.
Nella cospicua serie di dischi non ufficiali, consistenti per lo più di registrazioni amatoriali effettuate dal vivo, si segnalano almeno due uscite degne di grande interesse storico e artistico: un disco dedicato al Concorso Chopin di Varsavia del 1960 (“Pollini plays Chopin”, Archipel Records 2010, ARPCD0510) e gli straordinari Studi di Chopin incisi nel 1960 per EMI e non autorizzati per la pubblicazione, editi recentemente da Testament Records (2011, SBT1473).
Vi sono inoltre alcune registrazioni amatoriali di grande interesse mai pubblicate in disco, come ad esempio un magnifico Terzo concerto di Prokofiev con Maxim Shostakovich sul podio, risalente al 1974
Per ulteriori informazioni su ognuno dei dischi citati, come ad esempio i numeri di catalogo o i dati tecnici delle varie edizioni in vinile o compact-disc, nonché riguardo un gran numero di dischi non ufficali, si veda http://tau.sub.jp/pollini/
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