In omaggio per i cento anni della nascita di Gyorgy Ligeti il Direttore Andrea Cappelleri, l’ensemble C@n’t tell it e il pianista Dario D’Ignazio hanno presentato a Novara e Alessandria un programma quasi interamente centrato su due capolavori di Ligeti.
In programma il Kammerkonzert (1970) e il Piano Concerto (1986), composizioni che rivoluzionano tutto un modo di concepire la musica degli ultimi cinquant’anni oltre a lanciare una sfida globale agli esecutori che si inerpicano in assurde difficoltà ritmiche, timbriche, modali pur mantenendo la costituzione di due capolavori assoluti. Il lavoro comune degli interpreti lascia poco spazio a parti secondarie ma l’impegno pianistico è davvero immane e contribuisce a rendere ancora più complessa l’elaborazione soprattutto del Concerto per pianoforte. Strutturato in cinque movimenti, secondo il suo autore il Concerto «dimostra la sua indipendenza dai criteri dell’avanguardia tradizionale e un certo postmodernismo che travalica la tradizione… Le illusioni musicali che considero così importanti non sono un obiettivo in sé ma un fondamento per la mia attitutudine estetica».
E il pubblico, anche se non comprende appieno le sottiglieze e le complicazioni soprattutto ritmiche del concerto ne è affascinato cogliendone una “doppia lettura” che ha riscosso grande successo. Merito senza dubbio del solista e del direttore ma anche degli strumentisti che si sono dovuti ingegnare in combinazioni senza fine.