di Redazione
C’è un lato ludico e caustico nella musica di Emanuele Casale. Lo testimonia bene Questo è un gruppo e pace (2014) per pianoforte, trio d’archi e elettronica, pezzo ben costruito, articolato, con i fitti dialoghi strumentali, i disegni nervosi, i gesti estroversi, lo spezzettamento continuo della materia sonora, il gioco di incastri, come un collage frenetico (che si ispira alla musica barocca, Rossini, all’arte dadaista, ai quadri di Mirò, alle incisioni di Jacques Callot) ma dotato di una precisa logica musicale.
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L’elettronica, lungi dal manipolare i timbri strumentali o dal creare effetti di riverbero e spazializzazioni, partecipa alla pari a questo collage, con il suo timbro sintetico, artificiale, rendendo la trama ancora più varia e movimentata. Analoghe caratteristiche, restituite con virtuosismo e intelligenza musicale dall’ensemble mdi, si colgono nei tre pezzi intitolati con numeri: 5 (del 2003), per flauto e clarinetto, ha un carattere ancora più puntillistico e figure sagomate come rapidissime fioriture; 11 (del 2008) per ensemble, alterna zone statiche, dominate da lenti glissati, ed altre cinetiche, attraversate da rapidissime pulsazioni; 7 (del 2005) per quartetto d’archi senza elettronica, gioca sul contrasto tra la frammentazione e textures dense e drammatiche. Caso diverso è invece l’ultimo pezzo per ensemble raccolto in questo cd, Esistere lago, nulla e un tempo (2006) che tocca invece il lato evocativo e intimistico della musica di Casale, con la sua trama fluida e ininterrotta, piena di aloni sonori, effetti siderali, lunghi glissati e risonanze, che sembrano descrivere segrete arcate melodiche.
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Pubblicato il 2015-12-21 Scritto da
