Cartellone • Sabato 13 aprile (ore 16) presso il ridotto dei palchi Arturo Toscanini del Teatro alla Scala, l’Ensemble “Giorgio Bernasconi” (Accademia di arti e mestieri dello stesso teatro) diretto da Renato Rivolta presenterà in concerto tre brani d’eccezione, di cui due prime esecuzioni italiane
Concerto di grande interesse nel ridotto dei palchi della Scala, sabato 13 aprile. Il programma pensato dal direttore Renato Rivolta vedrà protagoniste opere di Franz Schreker, Jonathan Harvey, Alexander von Zemlinsky. Compositori tutto sommato di raro ascolto, non solo per le prime esecuzioni assolute che l’attento Rivolta ci proporrà. Il nome di Franz Schreker (1878-1934) non è per il grande pubblico tra i più noti del panorama musicale del primo Novecento tedesco, nonostante la sua musica si collochi in un interessante punto di convergenza tra romanticismo, simbolismo, espressionismo, Neue Sachlichkeit, sperimentazione timbrica, strategie di tonalità estesa e concezione di teatro totale. Fu il critico Paul Bekker ad accostare nel giudizio il suo talento a quello di Richard Wagner; e i rapporti con Schoenberg e Berg furono intensi e fruttosi per il compositore. Nel 1908 gli fu commissionata da un’associazione di artisti viennesi la muisca di un balletto per le sorelle Elsa e Grete Wiesenthal, la cui vicenda era tratta dalla novella di Oscar Wilde Il compleanno dell’Infanta, da cui lo stesso Schreker trasse l’anno seguente, e questa volta ispirandosi ad una poesia di Grete Wiesenthal, il breve pezzo da camera Der Wind, il quale, dopo la fine della piccola tournée organizzata dalle Wiesenthal e di cui doveva accompagnare i movimenti di pantomima, dovette tacere fino alla riscoperta del manoscritto, avvenuta solo nel 1958 per mano dal musicologo Gösta Neuwirth.
Il secondo brano in programma, Sringara Chaconne (prima esecuzione italiana) di Jonathan Harvey (1939-2012), vuole essere un omaggio alla figura del compositore britannico recentemente scomparso. Ispirato dalla musica e dalla spiritualità indiane, il lavoro vuole significare l’essenza dell’amore tra uomo e donna in una struttura che fonde la tradizione dei “raga” orientali e quella strettamente occidentale. La composizione (2009) è dedicata a Lorraine Vaillancourt e al Nouvel Ensemble Moderne di Montréal.
Completa il concerto la Sinfonietta op. 23 di Alexander von Zemlinsky (versione per ensemble di Roland Freisitzer), secondo brano presentato in prima esecuzione. Sebbene il nome e la fama di Zemlinsky non siano del tutto estranei al pubblico, tuttavia un destino di oblio sottile circonda la sua pur cospicua produzione. La Sinfonietta (1934) è il frutto dell’ultimo Zemlinsky, il cui stile si caratterizza per le dense polifonie e talvolta per le acute dissonanze di ascendenza wagnerian/mahleriana.