di Monika Prusak
Un concerto dedicato alle musiche nuove e nuovissime ha inaugurato la Stagione concertistica 2023 del Conservatorio Alessandro Scarlatti di Palermo. Un programma ben costruito, eseguito dall’Orchestra Sinfonica del Conservatorio sotto la bacchetta di Antonino Fogliani, ha portato il pubblico del Teatro Massimo di Palermo in una ampia escursione sonora, partendo dalla prima esecuzione della Light Symphony di Giuseppe Crapisi, e spostandosi indietro nel tempo con il Concerto per pianoforte e orchestra di Emanuele Casale e infine Rendering di Luciano Berio.
La Light Symphony di Giuseppe Crapisi ha aperto la serata con uno slancio di sonorità dense ed evocative in una incessante vena compositiva moderna dal gusto cinematografico a tratti soffocante. Articolata in quattro brevi movimenti uniti tra di loro, la sinfonia impiega un organico tradizionale con la presenza dominante degli strumenti ad arco. L’Orchestra del Conservatorio composta da studenti e docenti propone una interpretazione corretta e piuttosto accademica, che acquisisce più trasporto con le prime note del Concerto per pianoforte e orchestra di Emanuele Casale.
Il Concerto, eseguito per la prima volta nel maggio 2022 a Padova, alterna movimenti delicati e vivaci, quest’ultimi contaminati da estetiche prog e sinth pop. La composizione inizia con un movimento tenero e sognante intitolato Mamma Ascolta, basato su una scala maggiore ascendente e svariati intrecci poliritmici: la musica evoca il mondo dell’infanzia immerso nei timbri degli archi in sordina. Segue un movimento più vivace, Prog Lunapark, la cui sonorità cambia totalmente anche in base al vasto organico strumentale (Casale usa un ricco gruppo di fiati e percussioni nonché sdoppia le sezioni di violini e viole), che impiega il pianoforte in un continuum poliritmico complesso e impetuoso. Il terzo movimento Le Cose Nascono Piano è una trascrizione per pianoforte e orchestra di uno dei brani del ciclo Piano Music per pianoforte solo. Come suggerisce il titolo, la composizione presenta una notevole rarefazione del materiale sonoro, facendo diventare la pausa un elemento strutturale del brano. Partendo da un dialogo tra il pianoforte e il vibrafono, Casale aggiunge gradualmente gli archi e i fiati, senza mai alzare troppo le dinamiche. Il Concerto per pianoforte si conclude con un movimento molto vivace, 80’s / 8 bit Videogame, che trae ispirazione dalla estetica synth pop e dai videogiochi degli anni ’80 del secolo scorso. Nel terzo e nel quarto movimento sono presenti delle registrazioni con la voce originale di Margaret Thatcher, che riportano alla mente le composizioni minimaliste di Steve Reich. Il protagonista assoluto del Concerto è il giovane ma già affermato a livello internazionale, pianista siciliano, Alberto Ferro, che ha incantato il pubblico con il timbro cristallino nei momenti riflessivi del brano e con grande abilità e fermezza in quelli più movimentati. L’artista collabora strettamente con il compositore ed è stato proprio lui a interpretare la prima assoluta del Concerto a Padova. Ottima prestazione è stata anche quella del Maestro Fogliani, che ha diretto l’Orchestra del Conservatorio con grande sicurezza e disinvoltura, in perfetta sintonia con il solista, qualità confermate anche nell’ultima composizione in programma, il Rendering di Berio.
Del suo Rendering per orchestra (1989-1990) che riprende gli schizzi della Decima sinfonia in re maggiore (D 936 A), incompleta, di Schubert, Berio ha scritto: «Lavorando sugli schizzi di Schubert mi sono proposto di seguire, nello spirito, quei moderni criteri di restauro che si pongono il problema di riaccendere i vecchi colori senza però celare i danni del tempo e gli inevitabili vuoti creatisi nella composizione». All’interno del brano vi si trovano, infatti, non solo passi inconfondibili in stile schubertiano, ma anche gli echi delle atmosfere tipiche di Mendelssohn o Mahler. Gli interessanti passaggi polifonici di Schubert offrono a Berio la possibilità di giocare con i timbri, ma l’aspetto più sorprendente della composizione sta nella capacità dell’autore di dissolvere momentaneamente il discorso romantico in vuoti di sospensione armonico-ritmica, che creano nell’ascoltatore uno straniante effetto di stordimento temporaneo. La direzione di Fogliani prende in considerazione questo singolare incontro tra il mondo antico e quello nuovo ed esige la massima concentrazione degli strumentisti. L’Orchestra del Conservatorio esegue Rendering con grande attenzione, ma manca del carattere che avrebbe reso una maggiore originalità.