di Redazione

tumblr_inline_ny42mvc6Ia1sh0y3u_500Una tavolozza di colori dalle infinite sfumature. Precisione tecnica, suono brillante e cristallino. Un’espressività da vertigine. Tutto questo è Patricia Kopatchinskaja nella sua appassionata interpretazione di un colosso del repertorio romantico, il Concerto per violino e orchestra in Re maggiore op. 35 di Pyotr Ilyich Tchaikovsky. Inciso per l’etichetta Sony Classical sotto la guida di Teodor Currentzis, insieme a MusicAeterna (Orchestra & Chorus). La morbidezza degli attacchi, i pianissimo estremi, le sonorità che da trasparenti divengono scure e ambrate in quarta corda, insieme ai repentini cambi di colore, esaltano i chiaroscuri di una scrittura ricca di pathos e dal forte impatto emotivo. Unico concerto per violino dell’autore, risalente ad uno dei periodi più fecondi della sua produttività, fu composto a Clarens, sul lago di Ginevra, nel marzo 1878 ed interpretato per la prima volta, in esecuzione privata con il compositore, dall’amico e allievo, il giovane violinista Josif I. Kotek.

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La prima esecuzione pubblica risale però al 4 dicembre 1881 nella Großer Musikvereinsaal, a Vienna: solista fu Adolf Brodskij, a cui fu dedicato, con la Filarmonica diretta da Hans Richter. Memorabile in tale occasione fu la stroncatura della critica per mano del brahmsiano Eduard Hanslick. L’esecuzione della Kopatchinskaja denota un’inconsueta ricchezza di dinamiche e un grande controllo della proiezione sonora. Ma ciò che più risalta nella sua interpretazione è il fraseggio, la continua ricerca di una lettura personale quanto originale, efficace espressione della sua personalità carismatica.

Il programma di matrice russa prosegue con Les Noces, musiche di scena per il balletto di Igor Fyodorovich Stravinsky con coreografie di Bronislava Nijinska, commissionato dall’impresario teatrale Diaghilev per i Balletti russi nel 1913. Balletto, con coreografie di Nijinskij, fortemente desiderato dal produttore dopo l’insuccesso della Sagra della Primavera, la cui partitura fu portata a termine da Stravinsky nel 1917. La prima esecuzione risale al 1923. «Quando suonai per la prima volta Les Noces a Bellerive, vicino a Losanna, Diaghilev versò una lacrima e disse che si trattava della creazione più bella e puramente russa del nostro Balletto. Credo che amasse sinceramente Les Noces più di ogni altro mio pezzo. Questa è la ragione per cui l’ho dedicato a lui». Queste le parole dell’autore da Dialogues and a diary di Igor Stravinsky e Robert Craft. Nell’interpretazione delle quattro voci di Nadine Koutcher soprano, Natalya Buklaga mezzo-soprano, Stanislav Leontieff tenore e Vasiliy Korostelev basso, e di un ensemble interamente russo, è efficacemente reso il carattere primitivo e rituale, l’essenza spiccatamente popolare delle Nozze. Il ricorso agli strumenti elementari, alle voci e ai ritmi incalzanti, esalta l’essenzialità della scrittura. Essenzialità che accompagna l’esecuzione tra attimi arcaici e gioiosi del rito uniti al turbamento dinanzi al mistero dello scorrere della vita.

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Pubblicato il 2016-03-11 Scritto da LuisaSclocchis

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