Quattro prime cantano, ispirandosi a culture diverse, gli elementi essenziali dell’esistenza umana
Quattro prime di Ivan Fedele tra inverno e primavera. Maria Grazia Bellocchio ha proposto il 26 gennaio alla Palazzina Liberty di Milano, nell’ambito della stagione “Rondò 2011”, la prima esecuzione assoluta della versione per pianoforte della Suite francese, originariamente per clavicembalo. La pianista ha anche registrato il pezzo in studio in vista di un Cd monografico, di prossima pubblicazione presso Stradivarius, interamente dedicato a musica di Fedele per pianoforte e per pianoforte e elettronica. Spiega l’Autore: «Suite francese é un pezzo originariamente scritto per clavicembalo che apre una serie di composizioni per strumento solo dallo stesso titolo e numerate progressivamente come quella per violino (Suite francese II), per violoncello (III) e per flauto (IV). L’economia dei registri usati e lo stile intrinseco del pezzo consentono l’esecuzione anche al pianoforte, con un uso sapiente dei tocchi e del pedale “una corda”. Ognuno dei tre movimenti in cui si articola Suite francese espone una modalità estetico-formale diversa: dal flusso continuo di trilli del primo allo slancio percussivo dell’ultimo passando per il puntillismo rarefatto della parte centrale. L’aggettivo “francese” è puramente geografico poiché i musicisti ai quali tutte le Suites sono dedicate sono francesi o residenti in Francia».
Antonio Politano eseguirà invece il 18 marzo alla Haute École de Musique, Conservatoire de Lausanne, Tellus per flauto basso Paetzold e elettronica. La nuova composizione nasce appositamente su richiesta di Politano, che ha elaborato un prototipo di flauto basso Paetzold, ne ha approfondito le tecniche esecutive e sta progressivamente ampliando il repertorio dello strumento con la collaborazione di diversi compositori. Le particolari caratteristiche timbriche dello strumento, che insiste in un registro grave e profondo, hanno suggerito a Fedele una caratterizzazione musicale che l’autore sintetizza con questo interrogativo: «Qual é il suono, quali le frequenze dei movimenti tellurici nelle viscere della terra? Tellus ne dà una possibile interpretazione».
Il 9 aprile (con repliche il 10 e il 12 aprile) Antonio Pappano dirigerà, alla testa dell’Orchestra e del Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, ente committente dell’opera, la prima esecuzione assoluta di Ās-Lêb per coro misto e orchestra. In questi termini l’Autore ne riassume il senso: «Semplicemente Ās, parola antichissima, sanscrita, antica quanto i Veda, radice della parola latina Os, ovvero bocca: bocca come primo strumento musicale, di quel tipo di espressione umana che è legata all’emozione attraverso il canto, al respiro che si fa musica e parola, alla nostra oralità. E Lêb, in aramaico “cuore”, cuore pulsante, simbolo non solo della vita ma anche “luogo” dei sentimenti di cui é capace l’essere umano. Ās-Lêb si configura, così, come un canto alla sacralità della vita, scandito da un testo composto d’una dozzina di parole aramaiche che descrivono la natura dell’uomo e la sua origine materiale e spirituale».
Infine, un’altra prima sempre a Roma: questa volta è l’Accademia Filarmonica Romana a commissionare e ospitare, il 5 maggio al Teatro Argentina, Morolòja kài Erotikà per voce e quartetto d’archi, nell’interpretazione di Valentina Coladonato e del Quartetto Prometeo, che la riproporranno il 14 maggio alla Fondazione Spinola Banna per l’Arte di Poirino (Torino). Così Fedele ne spiega l’origine: «I Canti di pianto e d’amore dall’antico Salento (Bompiani, Milano, 1994) sono una delle più importanti testimonianze della letteratura scritta in quell’idioma della Terra d’Otranto, il “grico”, che purtroppo sta rapidamente estinguendosi. L’autore, Brizio Montinaro, ha raccolto canti trascritti a partire dal 1870 e ne ha aggiunti altri registrati da lui, traducendoli e annotandoli con l’amore di chi sente vibrare in queste voci la memoria del proprio sangue. Dagli originali sprigiona la rara emozione di parole che riemergono dai millenni, cantando gli eterni sentimenti dell’uomo con la freschezza degli antichissimi progenitori ellenici che li svelarono alla poesia. Io ho condiviso con Brizio questo amore per la nostra terra e per la nostra antica lingua, ma anche per la cultura, nel senso più ampio del termine, e i sentimenti che essa esprime, (ri)mettendo in musica alcuni tra i più toccanti versi presenti nella raccolta. Vita e amore, morte e dolore. Temi trattati con la semplicità del sentire quotidiano ma, al tempo stesso, con la profondità d’un inconscio collettivo millenario che si sprigiona nel suono arcaico e tuttavia così attuale di parole che non vogliono morire, non vogliono estinguersi». La prima esecuzione di Morolòja kài Erotikà sarà preceduta il 3 maggio, presso la Sala Casella dell’Accademia Filarmonica Romana, da un incontro con l’autore – “Carta bianca a Ivan Fedele” – e dalle esecuzioni di Palimpsest, Quarto Quartetto d’archi (Quartetto Prometeo) e Paroles y Palabras, Quattro pezzi per soprano e violoncello (Valentina Coladonato, soprano, Francesco Dillon, violoncello).
Diverse le esecuzioni di musica di Fedele tra Francia e Italia in questi mesi. Immagini da Escher per sei strumenti è stato proposto il 10, 11 e 13 gennaio nella Masterclass di direzione ARIAM Île-de-France al CRR di Parigi, nell’interpretazione dell’Ensemble Court-Circuitdiretto da Jean Deroyer. Sempre a Parigi, al Théâtre du Chatelet, nell’ambito del Festival Présences, è possibile ascoltare il 13 febbraio Preludio e Ciaccona per violoncello solo: allo strumento Anssi Karttunen. Il Conservatorio di Brest ospita invece il 25 marzo un’esecuzione di Imaginary Islands per flauto, clarinetto basso e pianoforte da parte dell’Ensemble Sillages. Ciro Longobardi propone il 5 aprile agli Amici della Musica di Trapani una selezione degli Études australes per pianoforte solo. Sempre nel mese di aprile la Chiesa di San Teodoro di Roma risuonerà di Paroles…, due pezzi per voce femminile e viola, nell’interpretazione del soprano Keiko Morikawa e del violista Luca Sanzò. Doppio appuntamento per Alfonso Alberti, che, in collaborazione con Sonora, il 4 maggio porterà Oltreoceano, nella nuova sede dell’Istituto Italiano di Cultura di San Francisco (814, Montgomery Street), Chionis alba (Étude australe V) per pianoforte solo, pezzo che riprenderà, unitamente ad altri due Études australes (Tierra del fuego e Aptenodytes), il 21 maggio al Convento dell’Angelo di Ponte a Poriano (Lucca), nell’ambito del Festival Col legno. È infine uscita un’importante produzione discografica dedicata all’integrale dell’opera pianistica di Ivan Fedele interpretata da Ciro Longobardi. Si tratta di un doppio volume, Cd + Dvd, prodotto da Limen Music Classic & Contemporary (CDVD004c004) e registrato a Milano nel 2010, che comprende le esecuzioni di Études australes, Nachtmusik, Cadenze I-IX, Études boréales e Toccata: un quarto di secolo (1983-2008) di musica fedeliana, corredato da una doppia intervista al compositore raccolta da Cesare Fertonani e Virginio Sala.
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