Compie 70 anni il direttore d’orchestra Riccardo Muti. Nato a Napoli, il suo temperamento è oggi ancora giovane, e la sua fitta agenda concertistica potrebbe mettere a dura prova persino un ventenne concertista. Retequattro lo celebra con uno speciale in onda alle 23.15
«Ma mi sento come 30 anni fa, non accuso il peso degli anni. È un giorno come gli altri anche perché mi fa impressione l`idea del vecchietto» afferma il Maestro al quotidiano Avvenire. Intanto, in questa Italia che va a rotoli, sia culturalmente che politicamente, Muti è stato uno che ha preso parola, che ci ha messo la faccia, e anche per questo Giorgio Napolitano spende parole importanti come queste: “Il mio augurio affettuoso a Riccardo Muti per il suo bel compleanno è rivolto al maestro che con indomita operosità e vibrante passione esplora e interpreta la grande musica di Settecento, Ottocento e Novecento, conquistandovi pubblici sempre più ampi e legandovi la causa dell`amicizia e della pace. Ed è rivolto all’ambasciatore di italianità in tutto il mondo, impegnato a valorizzare il nostro patrimonio creativo e a diffondere un eloquente messaggio di unità nazionale. All`augurio si accompagna il mio grazie particolare per l’attenzione e il contributo che sta dedicando al rilancio del Teatro dell`Opera di Roma e del San Carlo di Napoli.”
Così sul suo sito ufficiale (http://www.riccardomuti.com) viene data notizia del festeggiamento:
Il Maestro Riccardo Muti festeggia 70 candeline e Retequattro lo celebra con uno speciale in seconda serata dal titolo “Buon compleanno Maestro Muti”. Un’occasione per ripercorrere la carriera del Maestro che tutto il mondo ci invidia, il quale, in esclusiva per le telecamere di NewsMediaset, con disponibilità e ironia, si è raccontato mostrando quella parte di sé che pochi conoscono.
Nonostante il 70esimo compleanno, per Riccardo Muti il 28 Luglio è un giorno intenso come gli altri, fatto di studio, prove con l’orchestra e riunioni. Tutto, come sempre, in nome della musica: “Mi sento come 30 anni fa, non accuso il peso degli anni. É un giorno come gli altri, anche perché mi fa impressione l’idea del vecchietto”.
I ricordi sono tanti. All’età di 26 anni vince il primo concorso per giovani direttori d’orchestra. Da allora i più grandi teatri del mondo se lo contendono: “Questi anni sono passati cosi velocemente, il 1971 sembra ieri, ricordo che a 30 anni avevo la Filarmonica di Vienna e io ero il più giovane. Oggi sono io il più vecchio”.
Nato a Napoli da padre pugliese e madre campana, Riccardo Muti è stato un bambino come tanti. Ma è la passione del padre per la musica a condizionarne l’infanzia: “Mio padre voleva che i 5 figli avessero un’educazione musicale, fondamentale per la formazione di un giovane. Sono diventato musicista per una serie di coincidenze: a 7 anni un violino in regalo, dono che accolsi con disappunto? se non ci fosse stato quel violino oggi non so che cosa avrei fatto. In casa mia i genitori cercavano di instradarci: a me avevano detto che avrei fatto l?avvocato, ma sarei stato un disastro?.
Intanto orchestra dopo orchestra, da uno spartito all’altro, teatro dopo teatro, il Maestro Muti guarda avanti e nei suoi progetti non c?è solo la musica: “Ho in mente di tornare alle origini: ho comprato un pezzo di terra e lì spero di finire la mia vita…tra i pastori”. Scherza forse sul suo futuro, ma è invece serissimo quando parla del domani dei giovani italiani. A Piacenza ha creato l’Orchestra giovanile Luigi Cherubini, ed ogni ragazzo che riesce a diventare un maestro d’orchestra e’ per lui un altro successo di cui gioire: “È il momento di aiutare le nostre nuove generazioni”.
Questo importante compleanno coincide con i 150 anni dell’Unità d’Italia e a riguardo il Maestro Muti commenta: “Essere italiano per me è stata una forza. C’è una forza nel nostro Paese che lo rende ancora speciale? Sono onorato e felice di essere italiano. Dobbiamo difendere il nostro Paese”.
Programmato in tardissima serata, andato in onda sforando con l’orario, montato a metà tra l’intervista-bonus da dvd e il ritrattino da Rai anni Sessanta, con la musica ridotta a raccordo… un omaggio davvero deludente. Con un personaggio, e una persona, come Muti si poteva fare molto di più. Vabbè, in ogni caso buon compleanno, Maestro!
Sempre interessanti e saggi gli interventi di Muti, ma il documentario in quanto a montaggio, regia, ecc è davvero orrendo tecnicamente e troppo corto (mezz’oretta scarsa). E poi questo clima da Retequattro, un mondo nel quale tutto va bene. Sono sicuro che quando Muti afferma l’orgoglio di essere italiano e quando parla di “libertà” ha ben altro in testa rispetto alla strumentalizzazione che ne vogliono fare….