Al Ravenna Festival un appuntamento di grande significato nel nome della spiritualità e della condivisione: ve lo raccontiamo con una scelta di immagini, suoni, interviste e commenti
di Patrizia Luppi
E ra il 1997 quando il Ravenna Festival raccolse l’appello della città di Sarajevo e vi tenne il primo dei concerti delle “Vie dell’amicizia”. Da allora ogni anno, con orchestre diverse ma sempre con Riccardo Muti sul podio, il Festival ha accettato inviti da paesi di comune matrice mediterranea – dal Marocco alla Tunisia all’Egitto – e da realtà segnate da profondi disagi, come la New York di Ground zero, Beirut o Nairobi.
Quest’anno, è stata Ravenna a invitare il Tibet e i suoi monaci condannati dalla Cina all’esilio. Il Concerto delle Fraternità, in programma questa sera alle 21 nel Palazzo Mauro de André e di cui stiamo seguendo la prova generale, riunisce una pluralità affascinante di voci. Scopriamole insieme.
Incontro con Angelo Nicastro, condirettore artistico
ore 20.54
L’ingresso del Paladeandré
Incontro Franco Masotti, condirettore artistico
ore 19.45
Incontro con Lama Gala Rinpoche del Monastero di Drepung Loseling
ore 16.37
Il programma del concerto è molto complesso, come potete immaginare scorrendo la locandina che qui pubblichiamo. Ai brani d’ispirazione spirituale e sacra di Brahms, Haydn e Mozart diretti da Muti si alternano le musiche dei repertori religiosi e popolari di gruppi provenienti dal Tibet, dalla Russia, dalla Serbia e dalla Sicilia. L’effetto d’insieme è di grande suggestione, come abbiamo potuto constatare assistendo alla prova di questa mattina, durante la quale abbiamo realizzato brevi interviste video che siamo in procinto di pubblicare su questa pagina. È pronta anche un’importante sorpresa che non possiamo svelare: potrà scoprirla in tempo reale non solo il pubblico in sala, ma anche chi ascolterà la diretta di Rai Radio3. Il 22 luglio la ripresa video di tutta la serata andrà invece in onda su Rai Uno.