La scomparsa del baritono tedesco è avvenuta a Berg (dove morì anche Ludwig II di Baviera). Aveva 87 anni. Benjamin Britten scrisse per lui la parte di baritono nel War Requiem
di Claudio Grasso
I l mondo del canto ha i suoi miti archetipici, madri e padri fondatori spesso appartenenti ad un’epoca d’oro ormai perduta. Dietrich Fischer-Dieskau, uno di questi semidei ancora viventi, si è ricongiunto infine al pantheon degli altri grandi.
La voce di Fischer-Dieskau ha un merito di portata storica: ha portato alla grande riscoperta, ancora in atto, del gigantesco repertorio del Lied ottocentesco di area germanica. Parliamo di Schubert, ovviamente, delle Winterreise e delle Schöne Müllerin incise per la Deutsche Grammophon e cantate ovunque; dei Dichterliebe di Schumann, dei Lieder di Mendelssohn, di Mahler e di Weber meno conosciuti; ma anche di Hugo Wolf o di Othmar Schoeck, che solo grazie al grande baritono berlinese sono risorti dai libri di musica a nuova vita. Un repertorio di piccoli gioielli, a cui Fischer-Dieskau ha dato la forza quasi italiana della parola portata, dell’accento sempre presente, di una drammaticità poetica scavata nella precisione musicale. Melodia e controllo.
Momenti di illuminazione simili si ritrovano nelle sue interpretazioni operistiche. Partendo dalla Lied-opera per eccellenza, Die Meistersinger von Nürnberg, e magnificando ruoli come quello dell’Olandese, di Telramund, di Wolfram von Eschenbach, Fischer-Dieskau ha distillato un Wagner “anti-bayreuthiano”, fatto di sfumature e sofferenza. Con lo stesso gusto ha affrontato gran parte della letteratura straussiana, e ancora tanto Verdi, tanto Mozart, tanto Bach. A distinguerlo ed elevarlo tra i grandi cantanti operistici, vale poi ricordare la sua strenua presenza nel repertorio contemporaneo: per lui Benjamin Britten scrisse la parte da baritono del War Requiem, ed è grazie a lui che due capolavori assoluti, come Mathis der Mahler di Hindemith e Doktor Faust di Busoni, si sono riaffacciati al repertorio discografico prima e a quello scenico poi.
Una carriera spaventosa, iniziata con un concerto il 30 gennaio 1943, a Berlino, col suo amato Winterreise. Quella sera, i bombardamenti alleati celebravano il decimo anniversario della salita al potere dei nazionalsocialisti, ed un diciassettenne Dietrich intervallava il canto con le rassicurazioni al pubblico. Anche cantare è resistere, la bellezza salva dalla guerra, e la bellezza cantata da Fischer-Dieskau salverà il suo nome dall’oblio dei tempi.
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Discografia (parziale)
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fonte discografia: Wikipedia