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di Michele Manzotti
P er chi non li ha mai ascoltati questa è l’occasione giusta. Perché in Europa occidentale non esiste una scuola che tratti le voci maschili in un modo così affascinante, come se venissero da un passato lontano, evidenziando in particolar modo il registro basso. Dopo il forfait dello scorso anno, tornano finalmente a Firenze per la stagione di O flos colende nella cattedrale di Santa Maria del Fiore. L’appuntamento con i componenti del Coro del patricarcato ortodosso di Mosca, diretta dal suo fondatore Anatolij Grindenko, è martedì 17 luglio alle 21,15, ingresso libero.
Il complesso è interprete e paladino del repertorio sacro (accompagna infatti le funzioni liturgiche celebrate dal Patriarca della Chiesa ortodossa russa) che per l’occasione rivivrà fra le architetture del Duomo di Firenze, nello spirito di un vero e proprio ecumenismo musicale. Qui l’altare della Tribuna della Croce custodisce inoltre le reliquie di Giovanni Crisostomo, santo veneratissimo in tutta l’ortodossia russa. Ed è proprio questa presenza sacra a suggerire l’omaggio al canto corale della grande tradizione russa da parte del Coro moscovita. Il complesso proporrà la Liturgia di San Giovanni Crisostomo (una delle forme ufficiali in cui si articola la messa ortodossa russa, su parole del santo). Si potranno ascoltare così i misteriosi canti della liturgia ortodossa del XVI secolo, affiancati a Il Signore regna di Dmitrij Bortnianskij, autore dell’ottocento che si rifà a quella tradizione, ma anche alla Preghiera eucaristica e all’acceso misticismo del Cantico di Simeone del più celebre Sergej Rachmaninov, conosciuto maggiormente per la sua musica strumentale.
Un repertorio e un’esecuzione che si preannuncia piena di sfumature, con l’augurio di poterle apprezzare all’interno della cattedrale la cui acustica talvolta non è pari alla bellezza. Ma si tratta di un appuntamento imperdibile per gli appassionati di musica corale: il complesso infatti partecipa regolarmente ai più importanti festival europei e tiene numerosi concerti nelle sale più prestigiose. Le sue incisioni inoltre documentano l’altissimo livello raggiunto nelle esecuzioni, ottenendo premi importanti.