Tournée europea per la compagine italiana che abbiamo ascoltato alla Philharmonie di Berlino
di Corna Kolbe
È UN SUONO CALDO E TRASCINANTE che porta un gradito tocco mediterraneo al nord, dove i primi raggi di sole della primavera sono tutt’ora soffocati da un cielo plumbeo. L’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, in questi giorni in tournée in Germania, si presenta come ambasciatrice della cultura musicale del suo paese. Sotto la direzione di Antonio Pappano i musicisti trasformano la Philharmonie di Berlino in un palco immaginario di un teatro d’opera con scene multicolori. L’orchestra, bensì sia stata la prima in Italia a dedicarsi esclusivamente a un repertorio sinfonico, dimostra di essere profondamente radicata nella tradizione lirica italiana.
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L’ouverture de La Cenerentola di Gioachino Rossini è eseguita con uno slancio appassionato che rimane pur sempre sotto controllo. Con energia quasi vulcanica e ampi gesti, Pappano plasma il suono dell’orchestra, ricco di sfumature espressive. Non sorprende che sotto la guida di Pappano, direttore musicale di Santa Cecilia e della Royal Opera House di Londra, diversi capolavori di Rossini, tra i quali il Guillaume Tell, siano diventati cavalli di battaglia dell’orchestra romana. La fenomenale acustica della Philharmonie ha certamente contribuito alla resa dell’intensità del suono.
Hélène Grimaud, solista nel Quarto concerto per pianoforte e orchestra in sol maggiore di Beethoven, offre un’interpretazione che non riesce a convincere. L’orchestra e la solista non sembrano molto affiatati. Scorre troppo in superficie la parte pianistica dell’iniziale “Allegro Moderato”, e durante l’intero brano il suono del pianoforte risulta spesso offuscato da un uso eccessivo del pedale di risonanza. Il poetico “Andante con moto”, pur essendo un movimento lento, avrebbe meritato da parte della Grimaud un approccio un pochino più energico. Più coinvolgente la sua lettura del “Rondo vivace” che trasmette un’allegria esuberante.
Infine l’orchestra torna sul palcoscenico a grande organico con la splendida Terza sinfonia in do minore del romantico francese Camille Saint-Saëns, meglio conosciuta come “Sinfonia con organo”, che prevede tra l’altro una nutrita sezione di fiati. I musicisti sono affiancati dall’organista Daniele Rossi che collabora con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia da oltre trent’anni. Il pubblico, incantato da un’esecuzione che nell’apoteosi finale in do maggiore si avvicina all’estasi, saluta gli ospiti con applausi scroscianti e ovazioni in piedi. Pappano e l’orchestra ringraziano con due bis di Rossini ed Elgar.
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