Meeting di tre giorni per l’etichetta discografica tedesca. Moltissimi gli ospiti presenti: dalla chitarristista Zsófia Boros al quartetto Mobile, da Marcin Wasilewski al Duo Gazzana. Inoltre l’incontro con il produttore Manfred Eicher
di Michele Manzotti foto © Jean-Baptiste Millot
Assistere a un festival dell’etichetta Ecm (svoltosi dal 15 al 17 aprile) è un’esperienza musicale di grande interesse. Per tanti motivi: innanzitutto per la qualità degli esecutori, condizione essenziale per entrare nel catalogo del marchio. Poi per la curiosità di ascoltare la resa dal vivo di un suono che su disco è sempre molto accurato. Infine per la voglia di vedere quanto interesse avrebbe avuto un pubblico di una città di medie dimensioni quale è Friburgo in Bresgovia, nel sud della Germania, in una rassegna di questo genere. È capitato che il modernissimo Forum di Merzhausen, piccolo comune confinante con Friburgo, fosse sempre pieno per i cinque concerti proposti, oltre che in occasione dell’incontro con Manfred Eicher. Sempre presente durante la rassegna per essere vicino agli artisti che incidono per la sua etichetta (che ha sede a Monaco di Baviera), Eicher ha fatto ascoltare in anteprima alcuni brani di album in uscita oltre a raccontare per una buona ora il suo metodo di lavoro, incalzato dalle domande di un pubblico preparato.
[restrict paid=true]
L’etichetta si muove tra jazz e classica e dopo i primi due concerti con Nik Bärtsch, il suo quartetto Mobile e il trio di Marcin Wasilewski, è stata la volta delle sonorità della chitarra classica dell’ungherse Zsófia Boros. Sola sul palco a poche ore dal jazz di Wasilewski, Boros ha sfoderato un’arte sopraffina unita a personalità. Lo ha fatto grazie a una tecnica impeccabile e a una lettura delle pagine iberiche e latino americane (che formano gran parte del repertorio per chitarra) sfrondata da ogni elemento popolaresco e da forzature dinamiche. Leo Brouwer, Egberto Gismonti, Francisco Calleja, Vicente Amigo, inclusi con altri autori nel progetto En otra parte, si sono mostrati come autentici autori classici. Una visione che si è confermata anche nella pagina del chitarrista jazz Ralph Towner. L’atmosfera intima ha fatto il resto e il successo è stato ampiamente meritato.
La mattina di domenica 17 aprile è stata la volta dell’unica presenza italiana, quella del Duo Gazzana (Natascia al violino e Raffaella al pianoforte). Il repertorio scelto era ispirato alla danza, un termine che comunque evoca la leggerezza. Ma il duo ha presentato brani di grande impegno tecnico, tanto che ogni dubbio su un’eventuale facilità nell’approccio è stato subito fugato. Il programma classico in bilico tra XIX e XXI secolo ha compreso alcuni dei pezzi incisi nei loro due album per l’etichetta tedesca. A Bartók e Schnittke (l’affascinante Suite im alten Stil) si sono affiancati autori come Debussy e Sibelius, oltre ad altri come Kreisler e Paganini che hanno dedicato molta letteratura al violino. Quest’ultimo, affidato a Natascia Gazzana, ha mostrato grande fluidità nel fraseggio e una cantabilità elegante. Il pianoforte di Raffaella Gazzana si è mosso molto bene nelle parti contrappuntistiche e nel dialogo con il violino. Gran finale con un pezzo di bravura come la Danse Macabre di Camille Saint-Saëns, affrontato con grande gusto. Ottima la risposta del pubblico al quale è stato concesso un fuori programma di Valentin Silvestrov, autore contemporaneo anch’egli della scuderia Ecm e che già ha dedicato alcuni lavori al Duo Gazzana.
La conclusione della rassegna è stata affidata a un altro duo, formato dalla violoncellista Anja Lechner e dal pianista François Couturier. Un incontro fortunato che ha dato vita a uno degli album più noti tra quelli del catalogo recente del marchio, Moderato cantabile. I percorsi che hanno avvicinato i due musicisti a questo progetto sono differenti. La Lechner è una musicista classica con un forte interesse per l’improvvisazione e Couturier è un musicista jazz che viaggia sempre più al di fuori di questi confini. Il repertorio di Moderato cantabile ha dei punti in comune con il lavoro che Anja Lechner aveva svolto sulla musica dell’armeno Georges Ivanovič Gurdjieff nel precedente Chants, Hymns and Dances (con Vassilis Tsabropoulos), mentre Couturier ha una lunga esperienza sulle composizioni dello spagnolo Federico Mompou. In più ci sono le composizioni dello stesso Couturier a completare un’offerta musicale raffinata e di grande fascino. L’esecuzione dal vivo ha mostrato inoltre la grande comunicativa dei due solisti, la cui eccellenza è nota da anni. Le sonorità classiche non escludono momenti di invenzione con Lechner magistrale nel pizzicato e Couturier nelle progressioni armoniche. Una degna conclusione del festival che ha visto Manfred Eicher, visibilmente soddisfatto.
[/restrict]