di Luca Chierici
Le manifestazioni che ricalcano con maggiore o minore evidenza quelle di Piano City (già floridissima in città come Milano o Napoli) possono contare innanzitutto sull’entusiasmo di organizzatori e partecipanti che vanno a costruire un evento difficilmente replicabile secondo i normali canoni che regolano di solito l’offerta musicale nei grandi e piccoli centri. Lo scopo non è tanto quello di fare ascoltare nomi celebri (celebri sul mercato, innanzitutto e non sempre portatori di qualità artistiche indiscutibili) quanto di stuzzicare la curiosità di un pubblico vasto attraverso un’offerta molto variegata che tocca ogni possibile genere d’espressione. L’impianto di Piano Lab, manifestazione che dal 2016 ha luogo a Martina Franca, in Puglia, già sede di un importante festival operistico, prevede un numero impressionante di eventi disseminati nei luoghi più suggestivi della cittadina, i cui scorci sembrano a volte progettati apposta per ospitare una scena teatrale o una piattaforma dedicata alla musica da camera.
Prodotta dall’Associazione Musicale “La Ghironda” e collegato a numerosi eventi sparsi per tutta la regione Puglia nel corso dei mesi estivi (concerti preliminari si sono tenuti a Polignano a Mare, Bisceglie, Ostuni, Cisternino, Otranto, Trani e Ceglie Messapica da fine giugno a metà agosto) Piano Lab ha dato il meglio di sé nello spazio esiguo di due giorni (l’11 e 12 agosto), quando più di cento pianisti hanno letteralmente invaso il centro storico di Martina Franca suonando spesso in contemporanea un repertorio che varcava i confini tradizionali della “musica classica” per spingersi verso il jazz o l’improvvisazione. Piano Lab segue un sistema di reclutamento “democratico” , che permette a solisti affermati o a semplici amatori di iscriversi al calendario delle manifestazioni (con congruo anticipo, vista l’affluenza dei partecipanti) ed è naturale che l’interesse del pubblico, soprattutto quello dei conoscitori, si sia orientato verso la presenza di nomi ben noti che hanno richiamato le attenzioni dei fan. L’aspetto più marcatamente “classico” della manifestazione è stato coordinato da Francesco Libetta, beniamino del pubblico leccese, e ha visto anche la partecipazione di numerosi pianisti stranieri associati al Miami Piano Festival diretto da Giselle Brodsky, veri professionisti che hanno illuminato in maniera particolare le serate martinesi.
Si sarebbero voluti ascoltare con maggiore concentrazione – e talvolta in luoghi acusticamente più felici – l’intervento dello stesso Libetta, che vagava qua e là regalando ora una Polacca di Chopin ora un estratto degli Anni di pellegrinaggio di Liszt o i cammei offerti da Josu De Solaun (una fantastica esecuzione della Fantasia Bética di De Falla), Noack Florian (con una altrettanto impressionante Fantasia su Shéhérazade di sua composizione), Amir Katz (alcuni Lieder di Schubert-Liszt) e Ilya Itin (gli Studi Sinfonici di Schumann).
L’impego di così tanti strumenti musicali non sarebbe stato possibile senza l’intervento di Marangi Strumenti Musicali (Giovanni Marangi è presidente dell’associazione La Ghironda), che con passione e competenza ha fornito pianoforti di diversa caratura accompagnandoli con un servizio impeccabile di accordatura e trasporto nei vicoli talvolta difficilmente praticabili della cittadina della valle d’Itria.