Un nuovo nuovo allestimento per il titolo di Humperdinck firmato dalla giovane regista olandese Lotte de Beer con la direzione musicale di Marc Albrecht
di Gianluigi Mattietti foto © Borggreve
L’opera Hänsel und Gretel, che rese Engelbert Humperdinck famoso come “il Wagner dei bambini”, divenne presto popolarissima nei paesi di lingua tedesca, e uno dei titoli più rappresentati nel periodo natalizio. Ora è in scena anche all’Opera di Amsterdam, in un nuovo allestimento firmato dalla giovane regista olandese Lotte de Beer, star emergente, premiata come promessa della regia operistica da Opera Magazine, già celebre per alcune discusse regìe come quelle dei Pescatori di Perle e della Bohème a Vienna, e per il bel Così fan tutte di Braunschweig. La crudeltà della fiaba originale dei fratelli Grimm, stemperata da Humperdinck in una dimensione fantastica e sognante, riemergeva prepotente nella regìa della de Beer.
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La forza dell’immaginazione infantile, insieme innocente e feroce, capace di materializzare anche le forze soprannaturali, veniva portata alle estreme conseguenze in questa regia, che si confrontava anche con temi sociali drammatici, e attuali, come la povertà, la fame, le discriminazioni, gli abusi sui minori. Il luogo degli incubi non era però la foresta buia e sinistra, ma un’enorme discarica nella quale i due fratelli vivevano e giocavano insieme ad altri bambini, sniffando avanzi di colla e di vernici. Una montagna di rifiuti, emblema di una vita da favelas, spietata, ma anche uno stimolo creativo per questi ragazzini che la percorrevano carponi come dei parassiti e che trovavano una via di fuga dalla disperazione e dalla miseria, creando un loro mondo immaginario proprio con i rifiuti. In un video proiettato su un grande velatino durante il preludio si vedevano i ragazzini che plasmavano pupazzi con la creta e il filo di ferro, che costruivano case di cartone con le scatole, aeroplani e automobili con le bottiglie e le lattine. Poi questo mondo di cartone trascolorava dallo schermo alla scena, le figurine diventavano i personaggi dell’opera che si muovevano dentro un’enorme scatola di Corn Flakes, in bilico sul mucchio di spazzatura.
Le scene di Michael Levine, insieme ai magnifici costumi di Clement & Sanôu e ai video di Finn Ross, contribuivano a trasformare la fiaba in una sorta di avventura grottesca, un po’ “fantasy” un po’ “horror”, popolata da personaggi che avevano sembianze di pupazzi, con maschere di gomma e costumi bitorzoluti, con l’argentato Sandmännchen, che si muoveva en ralenti e che sbriciolava una enorme pillola di Valium, con Taumännchen che arrivava in volo come un uccello minaccioso, con la strega (impersonata dal tenore Peter Hoare, piuttosto uniforme vocalmente, ma vero mattatore sulla scena) che appariva come una drag-queen, con parrucca bionda e reggicalze, che usciva dal suo dolcificio (una montagna di sacchetti di patatine, dolciumi e caramelle) per adescare i bambini, arrampicandosi su una ciminiera come se stesse facendo una lap dance.
Non mancavano tuttavia momenti commoventi, come i video alla fine del secondo atto e all’inizio del terzo, dove i bambini addormentati sognavano non angeli, ma mani amorevoli che li accarezzassero; e dove letti candidi diventavano tappeti volanti che facevano viaggiare i ragazzini tra i tetti di metropoli piene di luci, prima di atterrare sulla casa della strega. Marc Albrecht, sul podio dell’Orchestra Filarmonica Olandese, coglieva la ricchezza dei registri espressivi, la finezza della scrittura orchestrale, e sottolineava il respiro sinfonico di quest’opera, curando più i dettagli strumentali e la trama tematica che le voci, privilegiando le tinte scure. I bambini trasformati in marzapane erano interpretati dall’ottimo coro di voci bianche della Scuola Corale della Cattedrale di Utrecht, insieme impeccabili e soavi. Nel cast spiccava l’Hänsel di Kate Lindsay, per la voce imponente e il bel fraseggio. Lenneke Ruiten interpretava una Gretel dalla voce matura, ma anche duttile e piena di energia, il baritono Thomas Oliemans era un padre di grande umanità, vocalmente trascinante, Charlotte Margiono una madre severa, con una bella voce, rotonda anche nel registro grave. Davvero incantevole il soprano belga Hendrickje van Kerckhove nel doppio ruolo di Sandmännchen e Taumännchen. Da tenere d’occhio.
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