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Presentata allo Spazio Fazioli di Milano la registrazione pianistica (Decca) dedicata all’integrale delle Bagatelle
di Laura Bigi
Beethoven lo conosciamo, o forse è meglio dire lo immaginiamo, attraverso la sua musica e i suoi scritti, come uomo umorale e melanconico, titano burbero ed eccentrico, duro e spigoloso nella sua fragilità toccante; soprattutto, oltre ogni etichetta, autore geniale in grado di esplorare spazi sonori inauditi. I grandi volumi gli si addicono perché accolgono una complessità di pensiero che altrove si troverebbe limitata nel suo instancabile evolversi. Vero. Ma la genialità dell’autore consiste anche nello smentirsi. Solo in apparenza, naturalmente. La Bagatella era lo spazio adatto per una smentita e per una conferma, quella di una personalità complessa che si stringe nella sintesi memorabile e compatta di un momento, di un sentimento, sempre attraverso una scrittura netta e dirompente, anche nella più dolce semplicità, e progressiva non meno che in altri lavori per lo stesso strumento. Perciò un titolo ammiccante, fuorviante per certi aspetti, che racchiude certamente non delle sciocchezzuole, ma delle “scaglie di diamante” (Buscaroli). Ora un cd appena uscito per Decca, protagonista Filippo Gamba, raccoglie tutte le Bagatelle beethoveniane: op. 33, 119 e 126 e bagatelle WoO 52 (in do min.), WoO 56 (in Do), con la celeberrima WoO 59 in la minore “Für Elise”. Microcosmo compiuto, quadro completo, come ciascuna delle Bagatelles.
Prima positiva esperienza di collaborazione di Gamba con Decca e Fazioli, per questa registrazione live in Sacile (Luglio 2011). Così sono andate le cose, ci racconta Filippo Gamba: che fu lui a proporre il contenuto del progetto, un materiale, quello delle Bagatelles, poco frequentato dai pianisti e degno, degnissimo di una nuova attenzione. Gamba interpreta le Bagatelles da molti anni, le suona a concerti e concorsi internazionali, le conosce e trova ogni volta un modo diverso di leggerle. Già ora, a distanza di sei mesi dalla registrazione, il suono sarebbe differente o l’agogica o la dinamica, confessa. Se questi brani, che Beethoven chiamava Kleinigkeiten (piccolezze), sembrano essere nati come libero spazio di elaborazione, di invenzione e di espressione, questo è anche il senso dell’interpretazione di Gamba: restituire la freschezza, la leggerezza che la libertà dalla forma consente; libertà che si traduce in cantabilità semplice, autentica e sentita. Il risultato è un Beethoven sempre sorprendente che si mostra con inusuale disinvoltura nella sua più intima serenità.
Certo tutti i brani sono “piccolezze”, ma soltanto e unicamente nelle proporzioni. Identità e respiro unici caratterizzano particolarmente ciascuna composizione, dando il senso della perfetta compiutezza pur nella brevità, continua il pianista. Il contenuto rivela il lato femminile, cioè gaio, lieve magari vulnerabile del compositore, comunque profondamente umano. Lo sono, per esempio, i dettagli che si riferiscono ad una costante cantabilità delle melodie (articolazione, respiri, indicazioni d’espressività etc.). Raffinatezze che quasi impongono quello slancio libero e naturale di rilassatezza, carezzevole o tenera, che ha guidato Filippo Gamba nella sua interpretazione, come ancora ci racconta. Nessuna preoccupazione per la grande forma, massima sintesi di espressione e con essa dello stile beethoveniano. Tre raccolte (ma solo l’ultima, l’op. 126, concepita veramente come tale) che attraversano un ampio periodo e con ciò sono terreno di sperimentazione e collettore delle caratteristiche stilistiche che troviamo nelle maggiori opere dell’autore. Lo sperimentalismo più marcato appartiene all’armonia (soprattutto dalla quinta bagatella – do minore – dell’op.119): modulazioni repentine, un senso di ambiguità che sono dell’ultimo Beethoven. Contrasti tematici e ritmici non mancano. Filippo Gamba ci dice che Beethoven osa sempre e comunque, e qui lo fa con una naturale, più libera tranquillità rispetto al materiale sonoro.
La presentazione del cd, allo Spazio Fazioli di Milano, durante la quale Gamba ha suonato per l’occasione la Bagatelle n.3, 4 e 5 dall’ op. 33, n.2 e 3 dall’ op.126, Für Elise WoO 59, insieme ad alcune Fantasie e Intermezzi dall’ op. 116 di Johannes Brahms, già incisi per LOL Records nel 200o, è avvenuta alla presenza di Riccardo Risaliti curatore delle note critiche contenute nel libretto del compact.
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