Contemporanea • In occasione delle Wiener Festwochen e dei festeggiamenti dei cent’anni di attività del Konzerthaus, l’ensemble austriaco, in coproduzione con il Kabinetttheater, propone in versione scenica la suggestiva opera Kantrimiusik – Pastorale per voci e strumenti alla Berio-Saal
di Barbara Babic
Eseguita per la prima volta durante i Donaueschinger Musiktage del 1975, quest’opera strutturata in otto movimenti e sette intermezzi intreccia secondo il compositore «due soggetti: musica “dalla campagna” e musica “sulla campagna”, ovvero musica folclorica e sinfonia pastorale». Kagel propone così all’ascoltatore un’interessante e quasi caricaturale riflessione non solo sul folklore («Mi riferisco a quelle serate in cui gruppi di intere famiglie con bambini, vestiti alla moda locale, salgono sul palcoscenico. Atteggiandosi come i fedeli rappresentanti di un determinato paese, predicano solidarietà attraverso una musica falsificata») ma anche sul tema – per dirla con Mahler – del Naturlaut nella musica del passato.
Questi soggetti, secondo il compositore «forme prive di vita», vengono in quest’occasione risvegliati dalla vivace ed ironica regia di Thomas Reichert, che qui gioca con questi Bilder rendendoli dei veri e propri quadri che si animano: i cantanti – la soprano Ursula Langmayr, la mezzosoprano Anna Clare Hauf e il tenore Richard Klein – ottimi sia nell’interpretazione della di certo non facile partitura kageliana che nella recitazione – si affacciano a delle finestre di una semplice ma efficace struttura scenica che negli intermezzi diventa il luogo di un suggestivo gioco di ombre, silhouettes danzanti e marionette. È poi compito della musica il fatto di «chiarire quanta parodia e quanta caricatura o seriosità vi siano nel brano», costituito principalmente da musiche “apocrife” dal sapore vagamente folkloristico: Simeon Pironkoff, direttore musicale e artistico dell’ensemble PHACE, attivo da anni nel repertorio contemporaneo, alterna con sapienza questi due caratteri, conducendo con un gesto preciso e con una particolare attenzione agli equilibri dell’insieme, soprattutto nei momenti di dialogo con le quattro tracce del nastro magnetico; il ruscello, il temporale, il cinguettio degli uccelli della Pastorale di Beethoven diventano qui delle registrazioni di suoni reali attraverso cui si supera l’aspetto meramente descrittivo e «anedottico» del linguaggio musicale.
Un pubblico assai divertito (soprattutto nella scena country, o meglio, kantri, e nel finale bucolico dal sapore austriaco) ha premiato con numerosi applausi una rappresentazione dalla coinvolgente regia e dagli ottimi interpreti.
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