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Cartellone • Nel nome del grande scrittore francese si terranno a Cortina d’Ampezzo una serie di incontri e concerti
di Elena Filini
[laquo]Ho appena cominciato – e finito – un libro lunghissimo.» Così, in una lettera del 3 settembre 1909 a Geneviève Halévy vedova Bizet, il giovane Marcel Proust dà per la prima volta cenno di quello che sarà destinato a diventare il romanzo più compiutamente musicale del XX secolo. Nei cento anni dalla pubblicazione del primo volume della Recherche, Du côtè de chez Swann, il pianista Jeffrey Swann (in nomen omen) porta al “Festival e Accademia Dino Ciani” di Cortina d’Ampezzo un raffinatissimo weekend proustiano tra cinema, pittura, musica e cucina. Oggi alle 19 al Cristallo Palace Hotel di Cortina Alberto Saravalle presenterà una conferenza su Proust e il cinema. Nelle parole dell’avvocato milanese, membro della Société des Amis de Marcel Proust di Illiers-Combray, la tormentata genesi di una trasposizione cinematografia impossibile in cui si sono cimentati – con insuccesso – Visconti, Losey, Harold Pinter sino alla realizzazione nel 2011 in un kolossal di due ore per la televisione francese a cura di Nina Companeez. Sabato sarà la volta della pittura al Museo d’Arte Moderna “Mario Rimoldi” con Ede Palmieri mentre alle 21 all’Alexander Girardi Hall si terrà Una serata con Marcel Proust, recital per canto e piano con Jeffrey Swann ed il soprano Madelyn Renèe. Evento nell’evento, la cena proustiana di questa sera, a base di croque monsieur, truite aux amandes, chateaubriand con salsa bernese, macarons e le classiche madeleine.
L’incarnazione dell’enigma della musica nel primo romanzo è Vinteuil, anziano ed insignificante compositore della sonata che Swann ama tanto perché rappresenta il tempo dell’amore con Odette
Benché Proust non fosse un assiduo dell’opera, l’abbonamento al Théâtrophone (l’ingegnosa filodiffusione via telefono) gli garantì sempre una cultura aggiornata ed ampia in campo musicale. La venerazione per Wagner e l’amore per Fauré e Saint-Saëns oltre alla grande attenzione per quella che definiva la musica cattiva e di cui riconosceva l’inestimabile valore nella colonna sonora del mondo, trovano un posto sorprendente nel romanzo. «Lo spirito della musica invade letteralmente le pagine della Recherche» spiega Jeffrey Swann, grande proustiano e scopritore, vent’anni fa, di quattro liriche pianistiche di Reynaldo Hahn su testo di Proust dal titolo Ritratti di pittori. «La musica non solo è dettagliatamente descritta nel romanzo, come nel caso della sonata per violino e pianoforte che rimanda al numero di Franck con una melodia di Saint-Saëns, ma soprattutto nella struttura compositiva generale, che risente fortemente della fascinazione wagneriana.» L’idea di leitmotiv invade infatti la carta al punto che l’intera Recherche ne è una trasposizione letteraria. Come in Wagner la musica è collegata all’azione di vivere la vita nel passaggio del tempo, di cui il leitmotiv riporta il passato e promette il futuro, così in Proust il tempo è ritrovato nella dimensione dell’arte. L’incarnazione dell’enigma della musica nel primo romanzo è Vinteuil, anziano ed insignificante compositore della sonata che Swann ama tanto perché rappresenta il tempo dell’amore con Odette.
«Capita spesso» scrisse Proust a Lucien Daudet nel 1913 «di sentir dire di un grande artista: a parte la genialità, era un vecchio imbecille con una mentalità piccina. Però siccome si parte con l’idea della sua genialità, non ce lo si figura realmente di mentalità ristretta e ridicolo. Così, ho pensato che fosse più efficace presentare dapprima Vinteuil come un vecchio stupido, senza lasciare sospettare che ci fosse in lui del genio, e parlare nel secondo capitolo della sublime sonata che Swann non pensa neanche per un istante di potergli attribuire.» Il binomio passione elitaria/suggestione musicale ha però in Proust un’esatta coincidenza biografica nel sodalizio con una figura destinata ad aleggiare nell’opera cattedrale. È Reynaldo Hahn, raffinato ebreo venezuelano, compositore e maestro di canto. «Un grande charmeur» chiarisce Jeffrey Swann «icona della Belle Époque, l’uomo che aiutò Marcel Proust a farsi largo nei grandi salotti parigini, che condivise il piacere per l’arte, la moda, il gourmet.» Mondanità e snobismo, raffinatezza e trasversalità sensoriale, tutto questo a Cortina per il weekend dedicato alla Recherche. «Intorno a Proust muove un mondo di ricchezza rara per un autore» conclude Swann «e il Festival Ciani per la sua forma privilegiata può indagarlo con un percorso fatto di stimoli diversi, che troverà il suo centro nel recital di sabato, con un programma che include musiche direttamente citate nella Recherche, gli inediti di Reynaldo Hahn e i Wesendonck Lieder oltre a liriche di Fauré, Saint-Saëns e Massenet.»
Per maggiori informazioni www.festivaldinociani.com
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