
Giunge alla quarantesima edizione il festival che si svolgerà a Martina Franca dal 18 Luglio al 3 agosto. Inaugurazione con la Donna serpente di Alfredo Casella
di Luca Chierici
I QUARANT’ANNI DEL FESTIVAL Valle d’Itria dovrebbero essere festeggiati con un concorso di energie e di sovvenzioni proporzionali alla fama acquisita da questa rassegna estiva che per la qualità delle proposte e la ricerca del repertorio è davvero unica al mondo. Con i tempi che corrono e con le sempre maggiori ristrettezze finanziarie è quindi un miracolo che gli organizzatori siano riusciti anche per quest’anno a impaginare un programma di estremo interesse che si dipana nel periodo che va dal 18 Luglio al 3 agosto. Come di consueto i titoli di maggiore richiamo sono legati al teatro d’opera e alla sede del cortile di Palazzo Ducale cui quest’anno si affianca anche il Chiostro di San Domenico. E replicando un accostamento che negli ultimi anni si è rivelato particolarmente felice, una accoppiata di titoli del teatro barocco verrà bilanciata da una scelta che non ci riporta così indietro nel tempo: anche il Novecento italiano è in gran parte tutto da riscoprire e il successo di Napoli milionaria di Rota nel 2012 ha suggerito quest’anno di insistere su questo filone attraverso la scelta di un lavoro musicato da Alfredo Casella, autore che proprio negli ultimi tempi è stato protagonista di un revival sinfonico che ha avuto grande risonanza. La donna serpente, opera-fiaba scritta da Casella tra il 1928 e il 1931 su libretto di Cesare Vico Ludovici, dalla fiaba teatrale di Carlo Gozzi, si preannuncia come spettacolo di fascino tutto particolare per l’intreccio di aspetti stilistici affatto differenti che potrebbero ricordare certi risultati del teatro in musica di Ferruccio Busoni. La realizzazione è affidata nientemeno che a Fabio Luisi, direttore che a Martina Franca è particolarmente legato da rapporti di affettuosa amicizia, e al trio di nomi che erano stati protagonisti della regia, delle scene e dei costumi in Napoli milionaria (Arturo Cirillo, Dario Gessati e Gianluca Falaschi). Da una fiaba teatrale a un “Festa teatrale” in piena consuetudine barocca si approda con l’Armida di Traetta (1761), rifacimento dell’Armide di Lully, la tragédie en musique su testo di Quinault risalente al 1686. I virtuosismi vocali dei due protagonisti saranno riportati alla luce da Roberta Mameli e Marina Comparato sotto la direzione di un indiscusso esperto qual è Diego Fasolis. Sia nell’Armida che nell’atto unico di Steffani in programma al Chiostro di San Domenico (La lotta d’Ercole con Acheloo) si ascolteranno le voci degli allievi dell’Accademia del Belcanto intitolata a Rodolfo Celletti, guidati da Antonio Greco, Roberta Mameli e Sonia Prina.
Gli stessi allievi saranno protagonisti di una “Festa del Festival”, una serata straordinaria che festeggia i quarant’anni di attività della manifestazione. I concerti sinfonici che tradizionalmente affiancano le proposte operistiche vedranno il 29 luglio la presenza di Omer Meir Wellber e l’Orchestra Internazionale d’Italia impegnati nella quarta sinfonia di Mahler e nel Concerto per violoncello di Gulda, solista Georgi Anichenko. Proseguendo una consuetudine iniziata qualche anno fa molti saranno gli appuntamenti collaterali (“All’ora sesta”, “I concerti del sorbetto”, “I concerti nel chiostro”) che terranno impegnati i visitatori del Festival fino a tarda notte.
Per informazioni, date e prenotazioni consultare il sito del Festival