Opere di Cage, Xenakis e due prime esecuzioni italiane di Levinas e Schneller: l’ensemble di musica contemporanea all’Istituzione universitaria concerti, nella capitale dopo quindici anni di assenza
di Daniela Gangale
I CONCERTI PER PERCUSSIONI, relativamente rari nel panorama delle stagioni concertistiche non specializzate in musica contemporanea e a torto considerati dal pubblico medio “difficili”, sono una vera e propria iniezione di energia. Sembra averlo capito il pubblico della IUC, che martedì scorso ha riempito l’ampia Aula Magna della Sapienza per assistere alla performance de Les Percussions de Strasbourg, storico gruppo fondato nel 1959 in occasione dell’esecuzione di Le Visage Nuptial di Pierre Boulez e da allora sempre sulla cresta dell’onda, nonostante il fisiologico ricambio generazionale che ha portato al rinnovarsi dei membri, in un avvicendarsi di musicisti che non ha mai nuociuto alla qualità delle esecuzioni. L’ultima apparizione romana del gruppo risale a ben 15 anni fa ed era quindi comprensibile l’attesa che c’era intorno a questo concerto, il cui programma ha proposto “classici” come Credo in US di John Cage o Pléiades di Iannis Xenakis accanto a due prime esecuzioni italiane: Transir di Michael Levinas e Superstructure di Oliver Schneller, quest’ultimo brano commissionato dallo stesso ensemble nel 2013 ed eseguito per la prima volta a febbraio scorso.
Il colpo d’occhio delle marimbe, vibrafoni, glockenspiel e quant’altro che riempivano completamente il grande palco dell’Aula Magna era notevole già prima dell’inizio del concerto; vedere i sei musicisti in azione è un’esperienza davvero unica.
Se Credo in US di Cage, un brano del 1942, può essere oggi ascoltato come una composizione-simbolo di un filone di ricerca che si apriva allora e dunque, pur nella bontà dell’esecuzione di martedì, non suscita in noi particolare sorpresa, Transir di Levinas, composta per sei marimbe, col suo fluire liquido fortemente dinamico e i suoi percorsi di accelerando e decelerando continui, ha coinvolto l’auditorio in un flusso sonoro inconsueto, ipnotico. Fluire e movimento che si sono ritrovati anche in Superstructure, un brano diverso, stratificato e costruito per blocchi sonori con una rigida struttura matematica (66 moduli, 11 per ciascun musicista, ottenuti attraverso la sovrapposizione di strati ritmici) concepito per un organico che comprende due marimbe, due vibrafoni e due glockenspiel.
Affascinante nella sua complessità e sempre godibile Pléiades di Xenakis, composizione scritta proprio per questo gruppo tra il 1978 e il 1979, in cui il focus della ricerca musicale è costituito dal tentativo di ricreare, attraverso strutture ritmiche continuamente variate, agglomerati sonori che rimandino alla forma delle nuvole, delle galassie e dei turbini. Una sfida affascinante che si articola nei quattro momenti dell’opera, ciascuno dedicato ad una categoria di strumenti e che i musicisti hanno condotto con evidente maestria, confermando la propria indiscussa fama.
Les Percussions de Strasbourg | IUC, 2 dicembre 2014 | Roma, Aula Magna, Università La Sapienza, ore 20.30