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Il chitarrista Cristiano Porqueddu registra tutte le opere del compositore paraguaiano in un cofanetto di 6 cd
di Lorenzo Galesso
A gustin Pio Barrios ‘Mangorè’ (1885 – 1944) è stato, parallelamente a Heitor Villa-Lobos, una figura molto importante per il mondo chitarristico. Superbo compositore ed esecutore, Barrios ottenne numerosi successi di pubblico per tutto il Sudamerica, visitando ben 18 nazioni del continente sudamericano. La sua fama ebbe così larga eco da spingerlo, nel 1930, ad autoproclamarsi Capo Nitsuga Mangoré, il Paganini della chitarra delle giungle paraguaiane.
Come tutti i grandi del passato, Barrios ha affascinato e ispirato numerosi musicisti, compositori ed esecutori; fra questi Cristiano Porqueddu, affermato virtuoso della chitarra, già direttore artistico della Augustin Barrios International Competition che si tiene ogni anno a Nuoro, ha deciso di rendere giusto tributo al compositore paraguiano pubblicando un cofanetto contenente la sua opera omnia.
Il corpus della registrazione consta di 6 CD (Brilliant Classics) in cui le opere vengono ordinate alfabeticamente; considerato che solamente una piccola parte delle opere di Barrios è stata pubblicata, il lavoro di ricerca e analisi delle partiture – sia in forma di trascrizioni che di registrazioni – è sicuramente degno di nota. In questo viaggio attraverso l’opera di Augustin Barrios è possibile identificare due importanti orizzonti sonori da cui il compositore non ricava solamente materiale tematico, ma anche tutta una serie di topoi estremamente connotati: se da un lato il ‘richiamo della foresta’, il folklore e il descrittivismo sono inevitabili (in Diana Guaranì con una particolare tecnica Barrios mima il rullare del tamburo sui campi di battaglia durante la guerra della Tripla Alleanza, svoltasi dal 1865 al 1870), l’amore per i classici della musica colta europea traspare in molte sue composizioni, cedendo il passo a strutture formali più tradizionali (i preludi ,dal sapore chopiniano, la Gavota al Estilo Antiguo e la Catedral, una delle sue composizioni più famose).
Per ciò che concerne la performance non sia ha nulla da eccepire: la sfolgorante tecnica di Porqueddu, messa a dura prova dalla difficoltà dei brani (grande densità accordale, linee melodiche interne, tremoli molto lunghi, scordature, utilizzo di molteplici forme compositive) infonde grande energia nei brani più virtuosistici ed energici mentre la sua spiccata sensibilità musicale rende commoventi i passi in cui sale la temperatura affettiva (si prenda ad esempio la meravigliosa Una Limosna por el Amor de Dios). Ammirevole è anche l’utilizzo del riverbero accentuato ne La Catedral: l’alone di suone presente nel terzo movimento impreziosisce questo classico donandogli un alone di sacralità (l’utilizzo ragionato delle tecniche di ingegneria del suono sono più che auspicabile se lo scopo è, come in questo caso, prettamente artistico). La particolare resistenza del cofanetto, e le splendide note di copertina di Richard Stover, rendono quest’opera noblesse obligé per gli amanti della chitarra. Chapeau!